Attualità - 28 settembre 2020, 14:35

Vigevano-Malpensa, adesso il Governo cerca la mediazione

Vigevano-Malpensa, adesso il Governo cerca la mediazione

Nei giorni scorsi il botta e risposta ‘al vetriolo’, che ha visto protagonisti da un lato il sindaco leghista di Vigevano, Andrea Ceffa, sostenuto dal suo partito e dagli esponenti della coalizione di centrodestra, dall’altro Silvia Baldina, consigliere comunale pentastellata (uscita sconfitta nella recente corsa come candidato sindaco), spalleggiata dal consigliere regionale del M5S, Simone Verni.

Ad oggi un unico dato certo: le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli. Dopo 11 anni dalla presentazione del progetto è stata proprio lei ad annunciare che il prolungamento fino a Vigevano della superstrada, che collega l’aeroporto di Malpensa con Boffalora sopra Ticino, sarà ridisegnato.

Troppo alti gli impatti ambientali, troppe le criticità create da quei venti chilometri di asfalto che taglierebbero in due il Parco del Ticino. “La strada si farà comunque, ma sarà tutta diversa da come è stata ipotizzata finora”, ha detto.

Sul nuovo progetto oggi in fase di redazione, il ministro De Micheli non ha voluto fare alcuna anticipazione. Non è però difficile immaginare che il Governo stia tentando una mediazione tra le esigenze di Regione Lombardia e quelle di Città metropolitana di Milano, da sempre più favorevole a una soluzione che recuperi e valorizzi tratti viari già esistenti, limitando quindi al minimo l’impatto su un territorio che è già tra i più urbanizzati d’Europa. Malpensa avrà insomma la sua porta sud, anche se diversa da quella che è stata immaginata negli ultimi 11 anni.

Sul piatto restano i 212 milioni di euro che nel 2018 il Comitato interministeriale per la programmazione economica aveva autorizzato al finanziamento, recependo anche le indicazioni di Regione Lombardia, che nel 2017 aveva ribadito il giudizio che aveva già espresso nel 2009, ritenendo l’opera strategica per tutta la Regione, perché completa la viabilità attorno all’aeroporto e permette di sgravare un po’ Milano.

L’Unione europea aveva però sollevato diverse perplessità e Legambiente era salita sulle barricate: davvero bisogna ‘snaturare’ il Parco del Ticino e spendere una cifra sostanziosa per soddisfare una domanda di viabilità tutto sommato modesta? Non sarebbe meglio immaginare una soluzione più economica e con un minore impatto sul territorio?

E il cambio di rotta peraltro che era già nell’aria prima dell’estate, visto che la stessa Anas aveva inviato a metà giugno una comunicazione ai cittadini ed agli enti interessati avvisando che gli espropri dei terreni dovevano considerarsi congelati. Nelle lettere ufficiali agli espropriati, si riferiva che “il procedimento è temporaneamente sospeso in attesa che il progetto venga sottoposto a nuovo iter autorizzativo e, di non tenere conto delle comunicazioni trasmesse successivamente alla delibera del CIPE pubblicata il 31 luglio 2018”.

Insomma una strada che si farà sì, no, forse, e che di certo si annuncia tutta in salita.

Monica Toso

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