E’ suonato un nuovo campanello d’allarme negli ospedali del Piemonte: le terapie intensive preoccupano e non poco i vertici della sanità. L’ultimo bollettino emanato dalla Regione, infatti, nonostante veda una frenata nei ricoveri ordinari (+12), vede arrivare le terapie intensive alla soglia di 360 posti (+9 rispetto al giorno precedente). Un dato allarmante, perché i letti di rianimazione per pazienti Covid sono circa 370. Rimangono quindi solo dieci posti di terapia intensiva per i positivi al Coronavirus.
Una volta raggiunta quella soglia, gli ospedali saranno costretti a prendere delle decisioni dolorose e a togliere quei posti ad altre terapie intensive destinate ad attività urgenti extra Covid (cardiologia, oncologia) oppure a non poter garantire una cura adeguata a un malato con il virus, salvo trasferimenti in altre regioni. Le Asl sono alla disperata ricerca di nuovi posti, proprio per non andare a penalizzare le altre attività non legate al Coronavirus. E’ una corsa contro il tempo.
Tra le criticità maggiori vi sono quelle relative agli spazi e al personale. Dedicare una stanza ai malati Covid, infatti, vuol dire non poterla utilizzare per nessun altro scopo, trattandosi di un virus altamente contagioso. Mancano poi figure professionali specializzate, come rianimatori e anestesisti. Insomma, un problema difficilmente risolvibile, se non tramite cambi radicali negli ospedali piemontesi.
Ecco perché un occhio va inevitabilmente al bollettino, all’aumento dei contagi, dei ricoveri e all’indice RT. La giornata di ieri ha fornito buone indicazioni, ma potrebbe non bastare.