Attualità - 19 novembre 2020, 11:08

Villa Nuova Italia, il comune di Broni punta alla riqualificazione dei giardini

Villa Nuova Italia, il comune di Broni punta alla riqualificazione dei giardini

Fare di Villa Nuova Italia un luogo vivo e vitale, perno su cui costruire una nuova stagione della dimensione culturale cittadina. È l’obiettivo che l’amministrazione comunale di Broni si è prefissata fin da quando l’immobile, dopo un’attesa durata ben 65 anni, è finalmente entrato nella sua disponibilità. Ora, a circa un anno di distanza dal passaggio di consegne tra il Demanio e l’ente locale, il Comune rilancia il suo proposito con un incarico finalizzato a ottenere contributi da investire nella riqualificazione dei giardini del complesso. L’opportunità da cogliere è quella data dall’ultimo bando “Per la cultura” della Fondazione Cariplo, in scadenza al prossimo 15 dicembre. Da qui la scelta, deliberata nei giorni scorsi dalla giunta, di affidare a un professionista esterno, specializzato in sviluppo territoriale, il compito di elaborare un progetto ad hoc.

«Il bando della Fondazione Cariplo – spiega il sindaco Antonio Riviezzi – si rivolge in particolare alle iniziative orientate alla riapertura di luoghi della cultura. L’orizzonte è quello del post-allarme sanitario, nel quale sarà necessario strutturare attività culturali compatibili con il contesto prudenziale che, con ogni probabilità, farà seguito a questa nuova fase critica dell’emergenza Covid-19. Considerato il ruolo che proprio i giardini di Villa Nuova Italia hanno avuto tra luglio e settembre, quando hanno fatto da cornice alla rassegna estiva di spettacoli, riteniamo opportuno cercare di ottenere finanziamenti per riqualificazione di questi spazi. Del resto la nostra intenzione è sempre stata quella di valorizzare Villa Nuova Italia sul piano della proposta culturale, integrando e rafforzando quel sistema virtuoso che trova nel Teatro Carbonetti e nel Polo di Viale Matteotti due solidi punti di riferimento. Personalmente – conclude Riviezzi – ritengo che la cultura non sia una voce di spesa, ma una forma di investimento sul presente e sul futuro della nostra comunità».

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