Due mesi di blocco, ad inizio anno, per la discarica di cemento amianto di Ferrera Erbognone di proprietà dell’azienda Acta. Una serie di ritardi burocratici legati all’ampliamento del lotto 2 determineranno la probabile sospensione dei ritiri a causa della mancanza di spazio coltivabile. Acta, secondo il piano aziendale, non ritirerà il rifiuto nei mesi di gennaio e febbraio e la discarica ritornerà attiva probabilmente a marzo. In questo lasso di tempo continueranno comunque i lavori di costruzione del lotto in questione che prevede una superficie capace di ospitare il ritiro complessivo di 90mila tonnellate di lastre di cemento amianto.
Nel frattempo è stata definita la convenzione con il Comune di Ferrera Erbognone che stabilisce e definisce un contributo da parte di Acta per agevolare la rimozione di coperture di cemento amianto.
Il Comune di Ferrera, inoltre, si impegnerà ad aprire uno sportello unico per le richieste. “Abbiamo iniziato essenzialmente con Ferrera in quanto Comune che ospita l’impianto – spiega l’amministratore Francesco Minghetti – ma è nostro desiderio allargare questa convenzione ai comuni limitrofi del territorio. Questa iniziativa dimostra l’apertura della nostra società verso il territorio e vuole essere un segnale di collaborazione rivolto ai Comuni vicini. Prima di Natale sigleremo definitivamente con il sindaco Giovanni Fassina la convenzione con Ferrera”.
Intanto proseguono i lavori del lotto 2 e gli scavi per il lotto 3. Così Minghetti: “Alcuni cavilli burocratici hanno rallentato le operazioni nel periodo autunnale e pertanto ci siamo ritrovati senza più spazi per la coltivazione del rifiuto. Quindi, nonostante la nostra road map prevedesse a gennaio l’inizio del conferimento nel lotto 2, per cause di forza maggiore dovremo sospendere i ritiri per i primi mesi del 2021 al fine di consentire l’ultimazione del lotto 2. Ad oggi nel lotto 2 è ancora in corso la posa dell l’argilla a cui seguirà la posa dello strato drenante. Attualmente abbiamo ritirato 55mila tonnellate di lastre di cemento amianto che, fortunatamente, perché ammalorate, non sono più sui tetti di case o di edifici causando grossi problemi alla salute pubblica”.