Attualità - 11 dicembre 2020, 12:49

Cure Covid, dal Consiglio di Stato via libera all'idrossiclorochina

Accolto in via cautelare il ricorso: il farmaco dovrà essere prescritto e monitorato dai medici e non sarà rimborsabile dal Servizio sanitario

Cure Covid, dal Consiglio di Stato via libera all'idrossiclorochina

Il Consiglio di Stato dice sì all'uso dell'idrossiclorochina come terapia per Covid-19, purché sia prescritta da un medico.  Le cure sostenute con questo antimalarico, tuttavia, non saranno rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale. L'ordinanza, particolarmente attesa anche dalla Regione Piemonte è stata pubblicata nella giornata di venerdì: la III Sezione del Consiglio di Stato ha accolto, in sede cautelare, il ricorso di un gruppo di medici di base e ha sospeso la nota del 22 luglio 2020 dell'Aifa che vietava la prescrizione off label (ossia per un uso non previsto dal bugiardino) dell'idrossiclorochina per la lotta al Covid 19. A darne notizia è l'Agenzia AdnKronos in un comunicato della tarda mattina.

«La perdurante incertezza circa l'efficacia terapeutica dell'idrossiclorochina, ammessa dalla stessa Aifa a giustificazione dell'ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati - si legge nell'ordinanza - non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l'irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale da parte dei medici curanti. La scelta se utilizzare o meno il farmaco, in una situazione di dubbio e di contrasto nella comunità scientifica, sulla base di dati clinici non univoci, circa la sua efficacia nel solo stadio iniziale della malattia, deve essere dunque rimessa all'autonomia decisionale e alla responsabilità del singolo medico in scienza e coscienza» che si farà poi carico di monitorare l'andamento della cura.

L'ordinanza precisa che non è oggetto di sospensione la decisione dell'Aifa di escludere la prescrizione off label dell'idrossiclorochina dal regime di rimborsabilità.
La polemica sull'uso dell'antimalarico (che viene prescritto anche per una serie patologie, tra cui l'artrite reumatoide), si trascina da mesi e tocca da vicino anche la Lombardia che, sull'uso del farmaco, aveva inizialmente basato una parte dei protocolli per le cure domiciliari di pazienti sintomatici e che aveva più volte presentato anche ad Aifa una serie di risultati incoraggianti ottenuti somministrando l'idrossiclorochina in fase precoce sulla base di un protocollo elaborato da un pool di medici attivi in diverse zone del nord Italia duramente colpite dalla prima ondata.

La decisione del Consiglio di Stato va dunque nel senso auspicato anche dalla Regione, che più volte si era spesa, con lo stesso assessore alla Sanità, Luigi Icardi e con il consigliere regionale Alessandro Stecco, per ottenere una riapertura sul tema. Per altro anche la mancata rimborsabilità delle cure non dovrebbe rappresentare un ostacolo per medici e pazienti, dal momento che il farmaco ha un costo molto contenuto.

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