Attualità - 13 dicembre 2020, 10:02

Riscaldamento globale: “CO2 mai così alta in 800mila anni: dobbiamo fare in fretta”

Comitato Glaciologico Italiano: “la superficie dei ghiacciai è diminuita del 60% rispetto al 1850”

Riscaldamento globale: “CO2 mai così alta in 800mila anni: dobbiamo fare in fretta”

"La superficie dei ghiacciai italiani è diminuita del 60% rispetto al 1850, mentre la quantità di Co2 rilevata recentemente in Antartide non è mai stata così alta negli ultimi 800mila anni, nemmeno in periodi più caldi": a lanciare l'allarme è il Comitato Glaciologico Italiano, ente impegnato nello studio e nella ricerca scientifica sui ghiacciai".

Il messaggio che traspare è chiaro e diretto, non c'è più tempo da perdere: "La situazione - sottolinea il presidente del Comitato Massimo Frezzotti – sta peggiorando perché l'uomo sta continuando a modificare la composizione chimica dell'atmosfera: l'Onu, a proposito, continua a ribadire la necessità di ridurre e stabilizzare le emissioni entro il 2030. I politici dovrebbero impegnarsi seriamente sul problema e fare in fretta per non lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti un debito ambientale enorme".

Fondamentale è anche la sinergia con l'Università degli Studi di Torino e il CAI, con cui è da tempo attiva una convenzione. Questa mattina, inoltre, è stato firmato un accordo di collaborazione tra il Comitato Glaciologico e lo stesso ateneo in occasione della Giornata Internazionale della Montagna: “Il tema - commenta il rettore Stefano Geuna – è vitale per l'intera società civile internazionale e il ruolo del mondo accademico deve essere quello di fare da traino per la promozione di metodi e risorse. L'importanza di tutti questi aspetti può essere riassunta con il progetto di european university 'Unita' di cui facciamo parte insieme ad altri cinque atenei”.

Sono molteplici, infine, i campi di ricerca aperti: "I ghiacciai - aggiunge la vice-rettrice dell'Università Cristina Prandi – sono veri e propri laboratori all'aperto, sensibili indicatori dei cambiamenti climatici. La situazione attuale impone a tutta la comunità scientifica di disporre delle evoluzioni dei dati storici per elaborare modelli attendibili in grado di interpretare il presente e fare previsioni sul futuro; occorre, inoltre, un'evoluzione del linguaggio corredata da un'educazione specifica".

Una delle esperienze più interessanti riguarda il rifugio Capanna Margherita, situato sulla punta Gnifetti del Monte Rosa: "Grazie a un lavoro retrospettivo – spiega il geologo Marco Giardino - siamo riusciti a ricostruire un modello digitale della parete su cui è costruita. Analizzando le sue interazioni con i cambiamenti climatici abbiamo messo in campo tecnologie specifiche, anche grazie a georadar, per monitorare l'eventuale deglaciazione e le discontinuità rocciose: lo spessore della massa glaciale è risultato superiore alle decine di metri mentre il masso, seppur degradato, risulta in salute".

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