Attualità - 19 febbraio 2021, 11:13

Ferrera: l’azienda agricola Allevi potenzia l’impianto di compostaggio

L’imprenditrice Michela Allevi: “Implementeremo i quantitativi di ammendante compostato di 14mila tonnellate. Il “compost” va in aiuto ai terreni e all’ambiente”

Ferrera: l’azienda agricola Allevi potenzia l’impianto di compostaggio

Nell’ultimo decennio, nell’ambito delle strategie di contrasto al cambiamento climatico e di mitigazione dei suoi effetti indesiderati, si è consolidata la consapevolezza dell’importanza del ruolo dell’agricoltura, e in particolare dello stato di salute dei suoli. Le coltivazioni intensive e la riduzione dell’utilizzo della fertilizzazione organica hanno purtroppo determinato negli anni passati un progressivo impoverimento del contenuto di carbonio organico nei terreni.

Il mondo scientifico da tempo ha posto l’attenzione sull’importanza del ripristino della sostanza organica che non solo aumenta la fertilità e produttività dei terreni, ma contribuisce anche a raggiungere l’obiettivo condiviso da tutti di ridurre le emissioni di gas serra.

E’ in questo contesto che l’Azienda Agricola Allevi di Ferrera Erbognone, operante da diversi decenni nel settore dell’economia circolare, ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione per la messa in esercizio di una terza vasca di bioossidazione destinata al trattamento di biomasse per la produzione di compost di qualità. “L’impianto di compostaggio così potenziato – spiega Michela Allevi, consigliere di amministrazione della società - permetterà all’azienda di implementare i quantitativi di ammendante compostato di 14mila tonnellate, che si vanno ad aggiungere alle 28mila tonnellate già autorizzate sulla stessa linea produttiva. Le tonnellate trattate saliranno così a 42mila”. Tutta la produzione, oltre a rispettare tutti i requisiti normativi, si potrà fregiare del Marchio di qualità rilasciato dal C.I.C.. Infatti il Consorzio Italiano Compostatori certificherà il rispetto di tutti i parametri normativi e di qualità.

Perché la richiesta di aumento per la linea di compostaggio? “L’ammendante compostato, più comunemente denominato “compost” è il risultato della decomposizione e della successiva umificazione della sostanza organica per effetto della flora microbica naturalmente presente nell’ambiente. - spiega l’imprenditrice Michela Allevi - Si tratta, in definitiva, di un materiale nobile e sostanzialmente inodore, ricco di humus, in grado di apportare fertilità al terreno nel rispetto dell’ambiente e delle norme igienico-sanitarie”. Qual è l’apporto fondamentale che viene dato al suolo?

Così Michela Allevi: “Il compost è caratterizzato da un elevato contenuto di sostanza organica stabilizzata che, distribuita sul suolo, oltre che nutrire le piante come apportatore di azoto, fosforo, potassio e altro, esplica anche altri due importanti effetti. Il primo è un miglioramento generale delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno. Il secondo è un progressivo accumulo di carbonio nel suolo. Il terreno trattato assume così una funzione di magazzino per il carbonio (carbon sink). Il processo di “carbon sink” può essere così sintetizzato: il carbonio, presente nella sostanza organica contenuta nel compost, viene distribuito sul suolo e da esso sequestrato con l’interramento e la successiva umificazione. In questo modo viene ritardata la disponibilità del carbonio a trasformarsi in anidride carbonica, gas così dannoso per l’ambiente”.

E vantaggi? “In generale tutti i processi che contrastano o impediscono la trasformazione di sostanze contenenti carbonio in anidride carbonica devono essere attentamente considerati e, se il bilancio di massa è sostenibile e corretto ecologicamente, favoriti in quanto vanno a contrastare l’effetto serra di cui tanto si parla, molte volte anche in modo inesatto – spiega Michela Allevi - Riteniamo quindi che l’utilizzo del compost di qualità nei nostri suoli sia una prassi estremamente positiva per l’ambiente nel pieno rispetto del concetto di economia circolare”. 

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