Due nuovi reati sono stati ipotizzati dalla Procura di Milano nei confronti del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, gia’ indagato per frode in pubbliche forniture nel cosiddetto caso ‘camici’. Il governatore risulta iscritto anche per autoriciclaggio e false dichiarazioni nella voluntary disclosure nella tranche dell’indagine relativa ai 5,3 milioni di euro depositati su un conto svizzero, a suo dire frutto di una eredita’, ma sul quale e’ stata avviata una rogatoria.
In base alla ricostruzione degli inquirenti (Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini, del pool anticorruzione guidato da Maurizio Romanelli) Fontana, nel maggio scorso, aveva ‘risarcito’ di tasca propria 250mila euro al cognato, dopo che la fornitura era stata trasformata, per sua stessa pressione, in donazione ad Aria, la centrale appaltante della Regione.
Un tentativo di ‘conciliazione familiare’ che serviva a riparare l’affare da 513mila euro per 82mila camici di fatto andato in fumo. Il denaro di risarcimento alla ‘Dama Spa’ (societa’ di cui la moglie di Fontana, Roberta Dini, deteneva il 10%) proveniva da un conto svizzero alla banca “Ubs”, che era stato dichiarato allo Stato nel 2015 tramite la ‘voluntary disclosure’. Sul conto giaceva l’eredita’ ricevuta dalla madre: 5,3 milioni provenienti originariamente da un trust alle Bahamas (costituito nel 2005 e 1997). L’indagine sul ‘Caso camici’ ha avuto un’accelerata negli ultimi giorni, dopo che e’ stato sentito l’altro ieri l’ormai ex presidente di Aria, Francesco Ferri, costretto a dimettersi dallo stesso governatore dopo il caos vaccini che si recentemente generato in regione. Ora pero’ gli inquirenti vogliono vederci chiaro proprio sulle movimentazioni finanziarie del presidente, assistito dai legali Jacopo Pensa e Federico Papa (che stamattina hanno avuto un incontro con il procuratore Capo, Francesco Greco, da cui e’ uscito il comunicato congiunto alla stampa). Per il momento ad essere indagati nel caso sono Andrea Dini e l’ex dg di Aria, Filippo Bongiovanni, con le accuse di turbata liberta’ nella scelta del contraente e frode nelle pubbliche forniture; su Fontana invece pende la sola accusa di frode.
“La difesa di Fontana si è dichiarata disponibile a fornire ogni chiarimento sia in sede rogatoriale che, se del caso, mediante produzione documentale ovvero presentazione spontanea dell’assistito”. Si legge nella nota della procura di Milano con cui si annuncia una rogatoria per completare la domanda di volontary disclosure presentata dal governatore lombardo attilio Fontana indagato a Milano.
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