Profondo sconcerto e delusione per la categoria dei parchi divertimento italiani - 230 imprese in Italia a fronte di 50.000 occupati tra diretti e indotto - per la decisione di posticipare, contro ogni aspettativa, la riapertura al 1° luglio.
«Siamo sconcertati per il programma delle riaperture in quanto i parchi di divertimento, che sono prevalentemente all'aperto, sono stati considerati pericolosi - dice Giuseppe Ira, presidente dell'associazione parchi permanenti italiani e di Leolandia - Dovremo tornare al lavoro dopo cinema e teatri ma anche un mese dopo la riapertura dei ristoranti al chiuso. Negli altri paesi si sono comportati in maniera diversa, a partire dagli Usa dove i parchi a tema hanno riaperto all'inizio della campagna vaccinale. Tutto questo ci offende e lo diciamo in particolare al ministro Speranza e al Cts. Ci attendiamo un cambio di rotta, altrimenti non staremo con le mani in mano».