Studentessa di Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano, tre esami alla laurea e una frase che ha accompagnato la sua infanzia: “Da grande voglio fare l’avvocato”. Un sogno che sta continuando a coltivare e, nonostante la strada sia ancora impervia e piena di ostacoli, il traguardo si sta lentamente avvicinando. Una storia le cui premesse sono simili a quelle di molte altre giovani. Una vicenda in cui sacrificio, impegno e costanza sono parole che scandiscono il percorso universitario ma, lontano dallo studio, ognuno di noi coltiva passioni.
Nel caso di Beatrice Gioia, ragazza vigevanese di 23 anni, tutto ciò ha un nome: scrittura. Un amore che si è consolidato nel corso del tempo e che, come in tutte le relazioni, ha una data precisa: 17 settembre 2020. E’ proprio questo il giorno in cui la giovane scrittrice ha pubblicato il suo primo romanzo, intitolato “Cuore Pulsante”, edito da AltroMondo Editore. Un giallo storico di 534 pagine che l’autrice ha addirittura scritto durante il quarto anno del Liceo Classico.
Con il passare degli anni, e l’acquisizione di un lessico più forbito grazie al percorso di studi in Giurisprudenza, Beatrice ha perfezionato la stesura di alcuni passaggi del romanzo ed ha svolto un lavoro di revisione a 360 gradi. Al contrario, la fantasia e le fonti d’ispirazione non sono mai mancate fin dai tempi delle superiori. Da dove è nato quindi questo romanzo?
«Una sera di novembre - dichiara la scrittrice 23enne - ero in camera a fare i compiti, quando all’improvviso mi squillò il cellulare. Era una mia amica che mi raccontò di una “cotta” che si era presa nei confronti di un coetaneo, soprannominato poi “Il ragazzo dei boschi”. Da queste semplici informazioni, nella mia testa partì un film. Mi immaginai la scena di questo giovane all’interno di un bosco in fin di vita. E ad arricchire lo scenario una pioggia scrosciante. In soli 10 secondi avevo tutto chiaro, ma proprio qui ho iniziato a fare i conti con altri aspetti e mi sono resa conto che per trasformare un’idea di pochi secondi in scrittura ci si impiega parecchio (nel mio caso un anno)».
Beatrice ha così potuto toccare con mano fin da giovanissima il fatto che le fonti di ispirazioni si possono trovare in ogni momento ed in qualsiasi circostanza. E se a volte le premesse preoccupano, questo concetto non vale per le sue amiche che hanno continuato a parlarle di innamoramenti e presentarle fidanzati. «Sono ancora tutti vivi» - scherza la scrittrice -.
Un filo di umorismo non guasta mai, soprattutto ora che Beatrice sta iniziando a raccogliere i primi frutti del lavoro svolto. Ma se dovesse guardarsi alle spalle, il percorso è stato tutt’altro che semplice. I classici “no”, le porte sbattute in faccia e i “le faremo sapere” hanno accompagnato i primi passi mossi in campo letterario dall’autrice di “Cuore Pulsante”. Un sogno che ha rischiato quindi di infrangersi ancor prima di iniziare, ma che si è concretizzato grazie alla tenacia e alla determinazione di Beatrice.
«Frequentavo il secondo anno accademico - ricorda la scrittrice - e decisi finalmente di mettermi alla ricerca di una casa editrice che potesse pubblicare il libro. Ne selezionai alcune che potevano essere “compatibili” con il genere del mio romanzo. Il primo tentativo fu però un flop (nessuna risposta concreta ndr). Mi demoralizzai e rimisi tutto nel cassetto. Nel 2018 il desiderio di pubblicarlo riprese in me con una certa insistenza. Andai così alla “Fiera dell’editoria” di Milano e tornai a casa con diversi contatti, ma soprattutto con alcune promesse che lasciavano presagire al fatto che finalmente il libro potesse “vedere la luce”. Niente di tutto ciò. Fu quindi un’altra doccia fredda che mi spinse a fermarmi, ma il mio rapporto con la scrittura non si interruppe. Nella mia testa mi ripetevo: se non dovessi riuscire a pubblicare il libro, continuerò a scrivere per me stessa».
Ad un passo dal gettare la spugna, la ragazza vigevanese fece un ultimo tentativo nel 2019. Seguì lo stesso iter e, differentemente da quanto verificatosi in passato, ben due case editrici si fecero avanti: una di Roma e l’altra appunto di Vicenza (AltroMondo Editore). Il tempo di qualche consiglio, di una revisione accurata ed ecco il libro esposto sugli scaffali delle librerie.
Una soddisfazione enorme per Beatrice, cresciuta con il mito di Jane Austen, ma che nel corso del suo cammino letterario ha inserito sotto la voce “intoccabili” anche altri grandi scrittori, come ad esempio Agatha Christie e Jeanne Kalogridis. E di autori, attraverso le loro opere, ne ha conosciuti diversi. La 23enne vigevanese può infatti essere considerata una vera “divoratrice di libri”. Romanzi storici, thriller e classici rimangono al primo posto, ma è la lettura a 360 gradi ad essere ormai diventata una fedele compagna di viaggio.
«Durante i tempi del liceo - sottolinea Beatrice - leggevo di più rispetto ad adesso. Ora ho una media di 3-4 libri al mese. La lettura per me è fondamentale, mi permette di estraniarmi dalla realtà. La considero un’ancora di salvezza che mi aiuta ad allontanare i problemi della vita. Ancora oggi quando mi sento triste, mi rifugio in libreria».
Da “divoratrice di libri” ad “ottima penna” il passo è stato poi breve. La scrittrice è stata così in grado di produrre un romanzo dove non mancano i colpi di scena, ma soprattutto ricco di sfumature, a partire dal titolo. “Cuore pulsante” potrebbe far pensare ad un libro in cui si sviluppa la classica storia d’amore. Cosi non è. Il significato è infatti ben più profondo. La ragione del titolo è di tipo “anatomica”: un cuore che continua a battere corrisponde alla vita.
Nulla è banale in questo romanzo che presto potrebbe rappresentare il passato. La “piccola Jane Austen” sta infatti scrivendo un thriller ambientato a Parigi. Nessuna altra indiscrezione ha fornito al momento. «Scrivere mi fa stare bene» è il diktat di Beatrice che ora ci crede: quello che ha sempre considerato un piano B (la scrittura) potrebbe magari un giorno trasformarsi in un lavoro a tempo pieno. E pensare che il sogno si sarebbe potuto infrangere ancor prima di iniziare, se solamente la frase «scrivo per me stessa» avesse preso il sopravvento.