Attualità - 12 giugno 2021, 11:10

«Canarie distrutte»: ritrovato in fondo al mare in un sacco il corpo di una delle sorelline uccise dal padre per causare il massimo dolore alla madre

Con pochissimo o nessuno spazio sui media italiani, uno dei crimini più efferati e sconvolgenti nella storia della Spagna sta mobilitando migliaia di persone con bambini. Alle Canarie si ritrovano in silenzio con i piedi nell'acqua rivolti all'oceano dove è stato ritrovato a mille metri di profondità il corpo della piccola Olivia, strappata dal padre alla mamma che l'aveva lasciato. Si cerca ancora la sorellina Anna di appena un anno

«Canarie distrutte»: ritrovato in fondo al mare in un sacco il corpo di una delle sorelline uccise dal padre per causare il massimo dolore alla madre

Uccidere i figli piccoli per causare il massimo dolore alla madre: con pochissimo o nessuno spazio sui quotidiani italiani, la Spagna e in particolare le Canarie sono sconvolte da uno dei crimini più efferati della loro storia che sta portando in piazza migliaia di persone sdegnate di uno sdegno che, però, si consuma tra lo sgomento di lacrime, silenzi laceranti o teneri battimano.

«Canarias destrozada» (Canarie distrutte) ha detto Ángel Víctor Torres, presidente del governo delle Canarie per commentare ciò che è impossibile commentare: dopo 40 giorni di disperate ricerche e terrore per ciò che poteva essere successo, è arrivata la "notizia che gela l'anima" (parole di Torres) di un popolo intero e cioè il recupero da parte di un robot in fondo al mare di Tenerife, a mille metri di profondità, di un sacco legato a un'ancora che contiene quello che resta della piccola Olivia, 6 anni, portata via dal padre alla madre insieme alla sorellina Anna di un solo anno.

È una prima conclusione, purtroppo, di una vicenda drammatica e quasi impossibile da raccontare senza farsi prendere da rabbia o commozione: la Guardia Civil investiga dal 27 aprile, cioè giorno in cui il padre delle piccole, Tomas Gimeno, non le aveva riportate alla madre Beatriz, che lo aveva lasciato da tempo, annunciandole nell'ultima telefonata prima di spegnere per sempre il cellulare che «non avrebbe rivisto più né lui né loro», in un'atroce vendetta, ed era quindi partito sulla sua barca insieme alle figlie dal porto di Guimar, senza più lasciare tracce. 

L'imbarcazione era stata ritrovata, qualche giorno dopo, abbandonata in mezzo all'oceano con alcune tracce di sangue a bordo e, galleggianti sull'acqua, un copripiumino, una bombola di aria compressa e un passeggino

Le ricerche, la mobilitazione e la vita sospesa dell'ultimo mese e mezzo si sono dunque concluse con la scoperta più tragica e crudele, mentre si continuerà a perlustrare in profondità l'Atlantico anche nei prossimi giorni: gli investigatori sospettano che l'uomo abbia drogato le piccole prima di ucciderle e togliersi la vita

Alle Canarie e in Spagna migliaia di donne con bimbi anche piccoli stanno scendendo in piazza nel nome di Olivia, Anna e della mamma Beatriz contro la più efferata violenza perpetrata sulle piccole portate via e uccise, e sulla mamma sopravvissuta a un prezzo e a un dolore incalcolabili.

Quest'ondata di proteste spesso silenziose colpisce il cuore come quella, struggente, andata in scenda sulla riva della spiaggia di Las Canteras, nella capitale di Gran Canaria, Las Palmas: una moltitudine di persone, insieme ai propri bambini, si è ritrovata a piedi nudi in riva al mare, con lo sguardo rivolto all'oceano, in assoluto silenzio e con il cuore a pezzi. Come a rivolgere un ultimo, intimo saluto a Olivia e Anna rotto solo dal singhiozzo e dalla lacrime della cronista che stava provando a raccontare un dolore troppo grande da immaginare e racchiudere perfino nelle parole. 

Due piccole sirene si allontanano così, "siempre juntas" (sempre insieme).

Andrea Confalonieri - VareseNoi

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