Attualità - 24 dicembre 2021, 14:31

Magenta. Ciao Luisa, esempio di tenacia e coraggio

Se ne è andata alle prime ore del giorno Maria Luisa Fornaroli, moglie del nostro amico e stimato avvocato Giovanni Marradi. Il suo sorriso, la sua voglia di vivere contagiosa, il suo coraggio. La vogliamo ricordare così. L’abbraccio della redazione di TN e Vigevano24 a Giovanni, Elena e a tutti i familiari

Magenta. Ciao Luisa, esempio di tenacia e coraggio

Quando stamani abbiamo aperto il telefono e abbiamo scorso i messaggi siamo trasecolati. Ce n’era uno inviato alle 6 e 19 del nostro amico Giovanni Marradi. La notizia è di quelle che non vorresti mai ricevere, specie in questo periodo di pandemia, tanto più alla vigilia di Natale.

Maria Luisa Fornaroli, la moglie, la compagna di una vita, se n’era andata alle 4 di questa notte. Ha combattuto con grande coraggio, la sua battaglia contro il cancro. Ma soprattutto lo ha fatto in modo riservato, intimo, coccolata dal suo ‘Giò’, dalla sua cucciola – cogliamo l’occasione per mandare un abbraccio forte alla figlia Elena – e dagli affetti più cari.

All’esterno Luisa non lasciava trapelare praticamente nulla.

L’immagine era sempre quella di una donna positiva che andava avanti vivendo la vita appieno, per quello che ti può concedere giorno dopo giorno.  Sinceramente avevamo saputo qualcosa di quella malattia che stava combattendo. Ma non ci avevamo voluto credere.

Credevamo e lo preferivamo di gran lunga, credere a quel diario di bordo che è diventato per molti di noi Facebook. Luisa sorridente al mare, nella sua Marinella di Sarzana. I viaggi in montagna, con Giovanni che sentiva il richiamo della foresta della sua Valle d’Aosta.

Solo ai primi del mese un fuga a Cogne in mezzo alla neve. Certo la vedevamo visibilmente dimagrita, un po’ sciupata. Scavata nei lineamenti. Però il sorriso era sempre quello. Se pensiamo che solo una manciata di giorni fa era in palestra per la fisioterapia, allora diventa più difficile accettare tutto questo.

Luisa è stata una apprezzata e stimata docente alle Scuole Medie 4 Giugno di Magenta. In tanti, tantissimi la conoscevano. Unanime stamani il cordoglio sul tam tam della rete e lo sbigottimento, tra amici ed ex colleghi.

L’impegno nel mondo del volontariato con il Centro Missionario Magentino  che era la sua altra grande passione e che l’aveva portata in Africa, per un’esperienza che con ogni probabilità, ciascuno di noi dovrebbe fare, così da vedere la realtà delle cose sotto un altro punto di vista.

Una vita ricca, vissuta intensamente e, soprattutto, l’ombra del suo Giovanni (cosa che era assolutamente reciproca).

Non vogliamo essere mielosi, perché Luisa era una donna forte. Però di storie così nate sui banchi del Ginnasio, come si diceva all’epoca, proseguite all’Università in quella città sabauda tanto amata – di cui il nostro amico Giovanni apprezza la squadra innominabile dal sottoscritto … – e poi consolidatesi, dietro a nuovi obiettivi, la famiglia, il lavoro, la professione non è facile trovarne. Quasi impossibile.

Quasi mezzo secolo di vita insieme.

In alcuni momenti, è stata lei a prendersi cura del suo ‘Giò’, poi lui in questi ultimi quattro anni, ha fatto tutto quello che doveva essere fatto. Certo la cura, le migliori possibili, ma anche la vita che doveva andare avanti. Se possibile, anche più di prima.

L’immagine del compleanno di Elena, vissuto insieme in famiglia, solo lo scorso 18 dicembre, è forse l’istantanea più sincera e significativa di questo attaccamento ostinato alla vita.

Per chi crede – ma in questo momento sappiamo che non è facile trovare conforto nelle parole  – Luisa ha scelto di andarsene in un giorno speciale. La notte tra l’antivigilia di Natale e la vigilia medesima. Questa notte nasce Gesù bambino, e lei, ne siamo certi, si potrà godere lo spettacolo in prima fila, in Paradiso.

A noi che rimaniamo qui nel Purgatorio terreno, nella battaglia del quotidiano, devono rimanere gli insegnamenti di Luisa.

Sappiamo che Giovanni è un uomo forte, coriaceo, le sue origini in parte Valdostane, lo hanno temprato da subito .

E’ uno – per usare un’espressione che a lui piace molto – che non è nato coi piedi al caldo. Ha lottato, ha provato fin da piccolo la perdita degli affetti più cari. Però è arrivato dove è arrivato. Adesso anche se è dura continuerà a farlo.  Ne siamo certi. Anche perché la ‘Mari’ sennò si arrabbierebbe.  Eccome se si arrabbierebbe. Niente scherzi, Giò. Mi raccomando.

Fabrizio Valenti

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