Attualità - 14 febbraio 2022, 13:00

Abrignani (CTS): "Obbligo vaccino? Finché virus circolerà"

Abrignani (CTS): "Obbligo vaccino? Finché virus circolerà"

“L’obbligo” di vaccinazione anti-Covid “avrà senso fin quando circolerà il virus, e ho l’impressione che durerà anni. Vorrei sottolineare che non si tratta solo del singolo, ma di tutta la comunità e dell’unica via per uscire dalla pandemia.

Gli ultracinquantenni ad esempio sono 27 milioni, di cui quasi 2 milioni non vaccinati. Questi ultimi, un 7%, rappresentano il 70% di chi è in terapia intensiva. Non è solo un problema loro, ma degli ospedali e degli altri malati che non trovano posto”. Per Sergio Abrignani, membro del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus e professore ordinario di Immunologia all’università Statale di Milano, i vari obblighi, come quello per gli over 50 sul lavoro, sono ancora utili. “Secondo me sì, ma si tratta di scelte politiche su cui non entro. Dal punto di vista scientifico posso dire che la vaccinazione è uno strumento fondamentale. Poi io ero per l’obbligo quando non c’era, figuriamoci ora”, spiega in un’intervista a ‘La Stampa’.

Da quando il 20 febbraio 2020 venne scoperto a Codogno nel Lodigiano il primo paziente Covid d’Italia “il mondo occidentale ha vissuto uno stress test senza precedenti, che ha messo in evidenza punti di forza e di debolezza del nostro sistema sociale, sanitario ed economico”, riflette il direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare Invernizzi.

“Due anni epocali che segnano un prima e un dopo nella storia almeno di questo secolo. Nel 2020 la vita media si è accorciata di un anno”, continua, e “abbiamo riscoperto la fragilità verso le malattie infettive, che pensavamo restassero un problema del mondo in via di sviluppo e invece nel 2020 più del 10% dei decessi in Italia è stato per Covid. Per fortuna nel caso di una nuova pandemia non saremo impreparati – auspica l’esponente del Cts – anche perché abbiamo compreso l’utilità della ricerca”.

Per Abrignani, “anni di lotta alle malattie infettive insegnano” che “resta importante continuare a vaccinare sia in Italia sia all’estero per contenere la diffusione del virus e delle varianti”.

Quanto alla vaccinazione dei bimbi, “il virus non è scomparso e le società scientifiche di pediatria la consigliano fortemente. Sono gli stessi medici che si consultano quando i bambini stanno male, e ora invece si pensa che mentano per un complotto mondiale. Surreale”, osserva l’immunologo che fa il punto anche sulla quarta dose: per un richiamo inteso come “una quarta dose con lo stesso vaccino del ceppo di Wuhan, come sperimentato in Israele, i dati al momento non ne supportano il vantaggio. Del resto con tante vaccinazioni del passato abbiamo visto che tre dosi bastano, due dosi a distanza di 3-4 settimane e la terza dopo 4-12 mesi, garantendo una memoria immunitaria da 5 a 10 anni”.

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