Cronaca - 27 febbraio 2022, 15:23

Da Magenta a Kiev grida di dolore contro la guerra, molti in ansia per i parenti in fuga

Da Magenta a Kiev grida di dolore contro la guerra, molti in ansia per i parenti in fuga

Le grida di dolore di chi vive in Ucraina si sentono anche da noi, nella nostra città di Magenta. Nella chiesa di San Rocco prestata alla comunità Ortodossa e dedicata a San Nicola dove, per la liturgia domenicale, si ritrovano famiglie moldave, romene, ovviamente ucraine. Un uomo lo incontriamo mentre entra ed esprime la sua opinione. “Io sono moldavo, nato quando c’era l’Unione Sovietica – ha detto – Ho tantissimi amici e parenti, sia ucraini che rossi. Da quello che vedo i russi non stanno toccando i civili, ma sono indirizzati versi chi comanda. È una guerra provocata dall’America questa”.

Alcuni se la prendono con gli Stati Uniti, alla maggior parte non importa nulla e pensano solo alle persone che sono in pericolo di vita. Una donna ucraina si sta legando il foular prima di entrare in chiesa e commenta: “Non mi interessa la politica, mi interessa solo che ci sono persone che stanno morendo”. Ma cosa pensano le persone che vivono in Ucraina in questo preciso momento? Due anni e mezzo fa abbiamo conosciuto Olexander, cittadino nato e cresciuto a Kiev. Era la nostra guida durante un’escursione a Chernobyl. Persona molto preparata capace di dialogare in diverse lingue. Olexander è molto preoccupato perché teme che finisca come in Cecenia e che i morti tra i civili possano aumentare in maniera esponenziale. Se la prende con gli italiani.

“Il vostro Governo amava Putin – ci ha detto in un messaggio vocale – molti dicevano che era il nuovo Zar”. Mentre a Magenta c’è chi teme per la vita dei parenti rimasti in Ucraina. Khizer ha sentito due giorni fa il cugino Haroon che si trova ad Odessa dove studia Medicina. “Sono stati tutti trasferiti – ha detto – ora si trovano al confine con la Polonia. Noi ci stiamo attivando per farlo arrivare da noi a Magenta”. In Ucraina tutti vogliono raccontare quello che stanno passando. Basta mandare loro un messaggio sui tanti canali social e di sicuro risponderanno. Li abbiamo conosciuti e testimoniamo che hanno tutti un carattere fortissimo.

Daryna Lynnyk ci ha risposto su Instagram: “Gli ultimi tre giorni sono stati i peggiori della mia vita. Ogni minuto che passa controllo le notizie e comunico con gli amici di tutta l’Ucraina. La maggior parte di loro è sotto attacco: Kherson, Kharkiv, Kyiv, Odesa, Donetsk, Zhytomyr, Luhansk e persino le regioni di Lviv sono state attaccate dai russi. Stanno bombardando non solo oggetti strategici. Nonostante io viva nel centro dell’Ucraina in una piccola città, sono estremamente preoccupata. Non per me stessa e la mia famiglia, ma per i miei cittadini e soldati. È straziante ricevere la notizia che persone innocenti sono morte e che i russi occupano la città. Il mio patrigno vive a Kiev, ma il 24 gennaio è riuscito a lasciare la città e ora è con noi. Al momento è estremamente difficile lasciare la capitale, perché ci sono battaglie per le strade. I cittadini si nascondono nei sotterranei e nei rifugi antiaerei. Mio zio si trova a Mariupol (nel sud, vicino alla Crimea). In questa regione c’è un inferno. Siamo estremamente preoccupati per lui. La nostra famiglia resterà in Ucraina. Se i russi attaccano, difenderemo la nostra città, aiuteremo le persone a evacuare e faremo qualsiasi cosa, che aiuterà il nostro esercito. Abbiamo comprato il cibo, di cui abbiamo bisogno, i negozi si stanno riempiendo di prodotti, abbiamo Internet, l’approvvigionamento idrico e l’elettricità. Non usciamo di casa senza bisogno. Le scuole, ovviamente, sono chiuse”.

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