Cronaca - 12 novembre 2022, 15:06

L’addio a Micaela: «Hai saputo coltivare un amore meraviglioso. Non ci sono parole per una morte così ingiusta»

Una folla di gente stamattina ha voluto salutare al santuario di Pogliano Milanese Micaela Fergola, la trentenne scomparsa durante una vacanza in Egitto. C’erano persone di Pogliano, Lainate, Olgiate Olona, Busto Arsizio. E la rappresentanza della Pro Patria

L’addio a Micaela: «Hai saputo coltivare un amore meraviglioso. Non ci sono parole per una morte così ingiusta»

«Non è facile trovare le parole giuste per una morte così ingiusta. Parti per festeggiare i tuoi trent’anni e torni in una cassa. Non è giusto. Non può essere giusto. Siamo qui con questo smarrimento nel cuore a chiedere il dono della consolazione per capire questo mistero insondabile». Lo ripete tante volte nell’omelia don Andrea Cardani che stamane ha celebrato le esequie di Micaela Fergola, la giovane di Olgiate Olona deceduta per una malattia improvvisa e rapidissima mentre era in vacanza in Egitto.

Il Santuario della Madonna dell’Aiuto di Pogliano Milanese non riesce a contenere tutta la gente che tenta comunque di entrare nella chiesa ascoltando la celebrazione appoggiata alle colonne, affollando tutti gli ingressi. Anche il sagrato trabocca di gente: una fila di persone, composta, in silenzio si mette in coda per lasciare un pensiero e la firma sul libretto, per dire alla mamma, al papà e al marito lacerati dal dolore: “Noi siamo qui, vorremmo stringervi, non abbandonarvi in questo momento tragico. Anche noi, non capiamo il perché di tutto questo”.

Accanto al tavolino che regge il libretto delle firme, un vaso di rose sormontato da un ramo a forma di cuore pieno di foto di Micaela con le amiche e il marito Alessandro. Sulla destra un drappello di palloncini grigio-chiaro con impresse le foto della giovane, soprattutto dell’ultima vacanza in Egitto, quasi a voler sottolineare che Micaela ha voluto assaporare la vita con le sue bellezze, con il suo Alessandro, fino all’ultimo. Dalla parte opposta, una corona di rose rosse e girasoli.

Circondano il piazzale tante persone. C’è il sindaco di Pogliano Milanese Carmine Lavanga: conosceva bene la famiglia, la sorella era in classe con la zia di Micaela. C’è l’ex assessore ai lavori pubblici di Lainate Walter Dell’Acqua, carissimo amico del papà. «Sono agghiacciato dalla notizia», dice. E poi una folta rappresentanza della Pro Patria, affranta dal dolore: ogni giorno i tigrotti frequentano la pizzeria "Dal Feroce" di Alessandro, «la pizza più buona della Lombardia», afferma il responsabile comunicazioni Nicolò Ramella.

Indica gli altri della Pro: il direttore sportivo Sandro Turotti, il segretario Cristian Moroni, la sorella della presidente Patrizia Testa, Daniela, l’ex allenatore Massimo Sala, il segretario del settore giovanile Stefano Papeo, lo storico magazziniere Romeo Tovagliari, l’ex capitano e ora nello staff Riccardo Colombo e i tre tigrotti oggi in tribuna Filippo Ghioldi, Stefano Molinari, Manuel Lombardoni.

In chiesa apre le celebrazione la cantoria della parrocchia di Santa Rita: ha scelto brani gioiosi, quelli che si cantano nelle messe della domenica. Cercano di rompere l’eloquente silenzio: nessuno ha voglia di alzare lo sguardo, si prega, si riflette, si pensa, si abbandonano i pensieri delle cose inutili, ci si concentra sull’essenziale, su quello che conta. Non appena don Andrea inizia la celebrazione, pronuncia una frase che va dritta al cuore: «Questa è una messa che un prete non vorrebbe mai celebrare. Così è successo. È capitato. Chiediamo a Dio di essere consolati».

Poi l’omelia dove anche il sacerdote ricorda il momento del "sì" di Micaela e Alessandro, pronunciato qualche mese fa. «Ho ancora in mente il giorno del matrimonio. Era il 22 maggio dell’anno scorso, la festa di Santa Rita. Lei ci teneva a sposarsi quel giorno e in questa chiesa dove anche i suoi genitori si erano uniti in matrimonio. Era radiosa, con il vestito bianco a pronunciare il sì davanti al suo Alessandro. E ha saputo coltivare un amore meraviglioso con cui ha amato anche la sua famigliaquell’amore che resterà sempre tra di noi, che possa diventare quella fiamma che ci aiuta a continuare il cammino della vita».

Al termine un lungo applauso accompagna il feretro fuori dalla chiesa dove c’è già pronto uno stuolo di amici e colleghi con palloncini bianchi in mano: “Ciao Micaela”. Ed è proprio un “Ciao Michi” che dà il la al lancio dei palloncini. Si confondono in un cielo grigio, il sole a stento cerca di fare capolino. Gli applausi continuano. I colleghi del McDonald’s di Lainate dove lavorava Micaela stendono uno striscione con foto a colori e la scritta “È per te questo bacio nel vento…. Ciao Michi”. Un dolore inenarrabile.

Laura Vignati - VareseNoi

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