Attualità - 24 marzo 2023, 11:53

Un anno dalla scomparsa di Giada e Alessio. «Volevo solo essere la loro mamma»

Parla Luana, la mamma 36enne dei due piccoli ai quali il papà lo scorso anno ha spezzato la vita. «Un giorno spero di riabbracciarli, come facevamo a letto tutti e tre insieme. A volte la vita mi sembra così surreale... spero di aiutare tante donne a non sottovalutare i problemi»

Un anno dalla scomparsa di Giada e Alessio. «Volevo solo essere la loro mamma»

«È stata una settimana complicata, difficile da affrontare. Ho rivissuto le cose che ho fatto con i miei figli, lo scorso anno, l’ultima volta che li ho visti: con Alessio, dopo esserlo andato a prendere a scuola, abbiamo fatto l’orto, siamo andati in bici e poi alle 18.30 lo ho accompagnato dal papà. Giada, invece, l’ho lasciata a scuola quando l’ho accompagnata la mattina. Mai avrei pensato di non poterli più rivedere».

Con questi pensieri Luana Vivirito, mamma 36enne di Giada e Alessio, ai quali il papà, Andrea Rossin, ha tolto la vita lo scorso anno, prima di spezzare anche la sua, sta vivendo il primo anniversario dalla scomparsa dei suoi piccoli figli, di 13 e 7 anni, tra ricordi, emozioni e tanta commozione, palpabile non solo tra i parenti e gli amici, in quei giorni così difficili, ma anche da un’intera comunità che ancor oggi dimostra grande affetto e vicinanza.

Quei momenti in cui era andata a prendere a casa del suo ex saranno indelebili. «Avevo lasciato i ragazzi a dormire da lui, la mattina ero andata a prenderli per accompagnarli a scuola, ma la porta era socchiusa. Non mi rispondevano al telefono, pensavo stessero dormendo, ma mai avrei immaginato di vedere coi miei occhi quello che era successo». Luana è entrata e ha visto i piccoli a letto, con l’ex compagno 44enne che si era tolto la vita con lo stesso coltello da cucina con il quale aveva colpito i figli. È uscita di casa, ha cominciato ad urlare, una vicina ha lanciato l’allarme, mentre lei ha preso in braccio Alessio, adagiandosi vicino Giada.

Luana e Andrea si conoscevano da una vita, si erano fidanzati giovanissimi, a 18 anni, e Giada era nata due anni dopo. La relazione, al momento della tragedia, non andava bene già da tempo, e la mamma 36enne aveva deciso di lasciare l’ex compagno: litigi, gelosia, anche nei confronti di Giada, manie di persecuzione… «credeva che volessero togliergli i bambini, fargli del male. Ho provato più volte ad aiutarlo, a convincerlo a farsi aiutare, ma non sopportava quelle pastiglie che lo facevano andare giù, togliendogli la forza».

Non era una situazione facile, alla quale si è aggiunto il periodo del Covid che, con pandemia e lockdown, non garantivano servizi di cura adeguati, ma nessuno della famiglia e dei parenti più stretti avrebbe mai pensato ad un simile epilogo. «Non credevo fosse così grave, non avrei mai immaginato potesse far male ai nostri bambini», confessa ancora Luana.

I luoghi in cui vive la mamma sono sempre gli stessi in questi giorni, condivisi con i suoi figli fino allo scorso anno, ma che ora è costretta a “frequentare”, senza di loro. Un’esistenza messa a dura prova, tre vite spezzate, ma solo Luana oggi fa i conti con il suo passato.

«Non è per niente facile passare dal parco giochi in cui andavamo sempre, o transitare davanti alla loro scuola – continua ancora la 36enne -. Ricordi, pensieri, affollano la mente, soprattutto la sera a letto, o la mattina quando mi sveglio. Devo fare i conti con il presente: Giada stava crescendo, litigavamo spesso come capita ad ogni adolescente. Quanto mi mancano quegli attimi, anche quando il piccolo Alessio cercava di intrufolarsi in camera per curiosare».

«A volte mi sembra di vivere un incubo. Ogni tanto mi sveglio la mattina, e penso non sia successo. Una cosa assurda, surreale. Non mi rendo conto di quello che è accaduto – spiega ulteriormente Luana -, io volevo solo essere la loro mamma. Immaginavo di uscire insieme a Giada a quarant’anni, lei ne avrebbe avuti venti… mi strappa un sorriso anche oggi questo pensiero».

Il cellulare di Luana è pieno di fotografie, video, ricordi, che mai andranno via dalla sua testa. La poesia per la “Festa della Mamma”, il giorno di Natale, i compleanni o le prime esperienze insieme, tra l’amore dell’equitazione per Giada e il rugby per il piccolo Alessio. Una galleria infinita di immagini immortalate nel tempo.

Questa mattina una panchina sarà inaugurata a Mesenzana, in memoria dei due piccoli Giada e Alessio e di Alessandra Camboni, grazie all’associazione Anemos e all’amministrazione comunale, che come l'ulivo in Puglia e tante altre iniziative organizzate nel corso del 2023, offrono spunti di riflessione e commozione, soprattutto partendo dalle parole di Luana, che ha una forza di volontà invidiabile, nonostante tutto quello che ha vissuto.

«Certo, non sempre è facile, spesso dico di “sì” perchè sono troppo buona – conclude Luana -, ma partecipare ad eventi in loro ricordo da una parte mi rasserena, perchè sono sicura che mi guardino da lassù (girando lo sguardo verso il cielo, ndr), ma dall’altro mi fa male, mi fa sentire vuota, perchè sento un dolore nel petto che non auguro a nessuno di provare nella vita. Partecipando, però, mi auguro che riesca ad essere d’aiuto a qualche donna e mamma come me, in modo tale da non sottovalutare nessuna situazione, anche quella che sembra più risolvibile». 

Gli occhi di Luana, dello stesso colore cristallino di Giada, oggi sono lucidi, ma consapevoli: «Lentamente sono ripartita, anche per i miei figli, aiutata da mia mamma e da suo marito, dagli amici, da quelli che mi vogliono bene, e dalle persone che ho incontrato in questi mesi. Ora stiamo sistemando una casa dove avrei dovuto trasferirmi con Giada e Alessio, sarebbe stato il nostro rifugio. Lo sarà ugualmente, perchè i miei due piccoli saranno sempre nel mio cuore, li amerò con tutta me stessa per tutta la vita. Un giorno spero di riabbracciarli, come facevamo a letto tutti e tre insieme».

Agostino Nicolò da Luinonotizie.it

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