La morte dell’avvocato Giovanni Bosco, avvenuta poche ore dopo il suo arresto ad Abbiategrasso, ha suscitato commozione tra coloro che lo conoscevano, tra gli amici più stretti e anche in coloro che con lui hanno avuto solo rapporto saltuari.
Il collega, avvocato Roberto Grittini, ha lavorato per ben 13 anni con Bosco. “Sono sconvolto – commenta – ero sconvolto fin da mercoledì mattina quando ho saputo dell’arresto e figuriamoci quando, nel pomeriggio, un suo stretto collaboratore mi ha comunicato la sua morte”. Come sappiamo l’avvocato Bosco era stato colto da malore mentre i finanzieri gli notificavano l’ordine di arresto. Erano le prime ore dell’alba e c’è anche chi dice che si sarebbe potuto procedere in maniera diversa. Fatto sta che, dopo il malore, il legale è stato trasferito d’urgenza in Rianimazione a Magenta. Ma alle 16 è spirato.
“Con lui ho vissuto i periodi bui della sua vita – ricorda Grittini – Lui era uno che reggeva qualsiasi cosa. Il destino ha voluto che finisse in questo modo”. E poi la rabbia che viene in questi casi, che magari sarebbe potuta andare diversamente: “Era un toro, non doveva finire così”.