Attualità - 01 maggio 2024, 13:28

Ayrton Senna e quel sogno spento 30 anni fa al “Tamburello” di Imola

Era il 1 maggio del 1994. La morte del pilota brasiliano, autentica leggenda del Motorsport, segnò un cambio epocale anche per la sicurezza dei piloti e degli spettatori

(foto ufficiale Senna.com)

(foto ufficiale Senna.com)

«Il mio primo contatto con Imola risale alla primavera del 1948. Valutai fin dal primo momento che quell’ambiente collinoso poteva un giorno diventare un piccolo Nürburgring per le difficoltà naturali che il costruendo nastro stradale avrebbe compendiato, offrendo così un percorso veramente selettivo per uomini e macchine. Da questo mio parere i promotori di Imola si sentirono confortati. Nel maggio del 1950 si cominciò a costruire. Un piccolo Nürburgring, con pari risorse tecniche, spettacolari e una lunghezza di percorso ideale. Questa mia convinzione si è realizzata attraverso i decenni che da allora sono trascorsi».

Queste sono le famose parole di Enzo Ferrari per descrivere il tracciato romagnolo. In pochi sanno che questo magnifico tracciato incastonato nella motor valley italiana è per tutti gli appassionati definito con questo nome.

Il vero Nürburgring e in particolare la parte del tracciato che si districa nella Nordscheifle è sempre stato un banco di prova estremo per tutti i piloti. Imola dal canto suo, come Spa, Monza, Monte Carlo, Silverstone è leggenda. Un tracciato che oggi vediamo ancora essere un banco di prova per chi vuole entrare nella storia di questo sport.

Tutti i campioni del mondo in questo tracciato hanno lasciato dei ricordi indelebili e tutti conosciamo a memoria le curve di questo circuito incredibile.

La Tosa, le acque minerali, la Rivazza, la Villeneuve. I più giovani però non si ricordano di una curva ostica, difficile, velocissima: il Tamburello.

Le Formula 1 in uscita dalla Rivazza si lanciavano sul rettilineo velocissimo verso questa curva che buttandosi leggermente verso sinistra iniziava a salire verso la Villeneuve e la Tosa. In questo punto esatto, 30 anni fa, i sogni di un campione furono infranti, la sua Williams FW16 al giro 7 non tenne la corda e Ayrton, il campione brasiliano, si spense in quel tragico 1° maggio.

Inutile descrivere Ayrton Senna, le nostre parole sarebbero superflue e sicuramente non avrebbero senso di fronte a chi ha scritto e scrive avendolo conosciuto ed osservato negli anni.

Eravamo adolescenti e a differenza di oggi ogni mondiale di Formula 1 qualche pilota, purtroppo, ci lasciava. Lo ripetiamo ancora oggi “Motorsport is dangerous” (il motorsport è pericoloso). Ci aspettavamo che un pilota sarebbe incorso in un incedente grave e a volte mortale.

Quel maledetto weekend di maggio del '94 però aveva un sapore strano, un sapore diverso. Queste nuove F1 erano veramente estreme e molto pericolose e un tracciato come Imola accentuava l’estremismo. Il venerdì già Barrichello ebbe un incidente pauroso, e come abbia fatto ad uscirne illeso è un mistero. Il sabato ci fu la tragica scomparsa di Ratzenberger. La domenica però accadde l’impensabile. Quelle 14:17 del 1° maggio segnarono uno spartiacque.

L’eredità di Senna ha portato un cambio epocale, i circuiti furono adeguati a standard di sicurezza elevati, le vetture furono messe in sicurezza e da quel giorno cambiò tutto. Ecco il ricordo vero di Ayrton è per noi proprio questo, un cambio epocale per la sicurezza dei piloti e degli spettatori, forse vale ancor di più delle vittorie leggendarie e dei suoi 3 mondiali vinti.

Lorenzo Pisani e Stefano Sandrini da Varesenoi.it

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