Nei corridoi dell’Istituto Caramuel di Vigevano si incrociano studenti e professori. Ognuno, questa mattina, porta appuntato con uno spillo alla maglietta, o alla giacca, un piccolo riquadro bianco. È un lenzuolino, che reca una scritta, un piccolo slogan contro la mafia. È il 23 maggio, e oggi ricorre l'anniversario della strage di Capaci e di quella che fu chiamata la “Primavera di Palermo”.
In questo stesso giorno del 1993, una città si ribellava alla criminalità organizzata che la opprimeva da decenni, a un anno dalla strage di Capaci, in cui era stato ucciso da Cosa Nostra il giudice Giovanni Falcone, insieme alla moglie Francesca Morvillo e tutti gli agenti della loro scorta. A poche settimane di distanza anche il collega e amico Paolo Borsellino verrà ucciso, con un’altra bomba.
L’iniziativa ha coinvolto gli studenti e il corpo insegnante, che si sono ritrovati nei giorni precedenti armati di pennarelli e forbici, a preparare e scrivere insieme slogan, brevi frasi, da mettersi sul petto, sui lenzuolini, dichiarando il rifiuto nei confronti della criminalità organizzata. Trent’anni fa, il Comitato del Lenzuoli di Palermo riempì la città di scritte appese ai balconi, con le quali Palermo diceva: basta. Oggi è stato ricordato e rinnovato al Caramuel di Vigevano quel gesto di ribellione e di rinascita civile.