Ultim'ora - 14 maggio 2025, 13:18

Garlasco, famiglia Poggi: "Si cerca attizzatoio? In casa manca solo un martello"

Garlasco, famiglia Poggi: "Si cerca attizzatoio? In casa manca solo un martello"

(Adnkronos) - “Da casa Poggi manca solo un martello, l’attizzatoio del camino non è mai sparito dalla villetta di via Pascoli a Garlasco”. Così Gian Luigi Tizzoni, avvocato che da sempre affianca la famiglia Poggi nel processo sull’omicidio di Chiara, precisa all’Adnkronos un dettaglio sull’attizzatoio del camino che - secondo una pista investigativa - potrebbe essere l’arma del delitto del 13 agosto 2007. Arma che si cerca da anni e che ora i carabinieri di Milano - che indagano su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima - cercano in un canale a Tromello, comune che confina con Garlasco. 

Tra le ipotesi maggiori è che la ventiseienne possa essere stata uccisa con più colpi alla testa probabilmente inflitti con un martello, elemento su cui convergono le perizie. Nel corso delle indagini le possibili armi si sono moltiplicate: da una stampella, alle forbici fino a una mazzetta da muratore. 

“La famiglia Poggi è rimasta ancora una volta basita per quanto sta accadendo - si legge inoltre in una nota dell'avvocato Francesco Compagna, altro difensore della famiglia Poggi, in merito agli ultimi sviluppi sull’inchiesta sull'omicidio - Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando - a distanza di quasi 20 anni - delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa”.  

La Procura di Pavia ha indagato per omicidio (in concorso) Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, dopo che per il delitto del 13 agosto 2007 è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere all’allora fidanzato Alberto Stasi. “Il rispetto per le persone coinvolte in una così tragica vicenda, e ora nuovamente esposte a sofferenze indicibili, richiederebbe a nostro avviso un maggior rigore nella valutazione dei dati probatori e nella tutela della riservatezza degli eventuali accertamenti ritenuti opportuni" conclude l’avvocato Compagna.  

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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