Al San Matteo, due giovani ragazze italiane, ventenni, rispettivamente affette da β-talassemia major e anemia falciforme grave, hanno ricevuto per prime in Italia e in Europa, al di fuori di sperimentazioni cliniche, la terapia genica avanzata Casgevy, basata sulla tecnologia CRISPR-Cas9.
Il trattamento innovativo rappresenta una svolta nella cura delle emoglobinopatie, malattie genetiche gravi e invalidanti.
La β-talassemia e l’anemia falciforme sono gravi emoglobinopatie ereditarie, causate da mutazioni del gene della β-globina.
“Nella β-talassemia, il difetto nella produzione delle catene β dell’emoglobina determina un’anemia cronica grave, che per la sopravvivenza richiede trasfusioni di globuli rossi concentrati ogni 2-4 settimane per tutta la vita – spiega Marco Zecca, direttore SC Oncoematologia pediatrica del San Matteo -. Questo comporta, inevitabilmente, un sovraccarico di ferro, con conseguenti danni irreversibili a carico di cuore, fegato e apparato endocrino”.
Mentre, nell’anemia falciforme, una mutazione puntiforme provoca la produzione di emoglobina S (HbS, da sickle, cioè “falce” in inglese).
“In condizioni di scarsità di ossigeno, oppure per il freddo, la disidratazione o lo stress, questa emoglobina polimerizza e precipita, deformando i globuli rossi in una forma a falce. Queste cellule alterate provocano fenomeni vaso-occlusivi, dolore acuto e cronico e danni d’organo multipli, inclusi infarti ossei, eventi ischemici cerebrali e crisi dolorose ricorrenti”, commenta il dottor Marco Zecca.
Casgevy agisce attraverso un approccio innovativo di editing genetico ex vivo delle cellule staminali ematopoietiche autologhe, volto a riattivare la produzione di emoglobina fetale (HbF), capace di compensare efficacemente il difetto genetico.
Il processo terapeutico prevede la raccolta delle cellule staminali del paziente tramite aferesi, il loro editing genetico effettuato dall’azienda farmaceutica, una fase di chemioterapia mieloablativa e infine la reinfusione delle cellule corrette.
“I dati clinici disponibili mostrano remissioni prolungate e un potenziale effetto curativo in oltre il 90% dei pazienti trattati nelle sperimentazioni cliniche, segnando una svolta nella gestione delle emoglobinopatie”, commenta l’oncoematologo pediatra del San Matteo.
Nel maggio 2024 è stata inoltrata ad AIFA la richiesta di accesso al Fondo Nazionale AIFA 5% per il trattamento delle due pazienti, in assenza di donatori idonei e in considerazione del rapido peggioramento clinico. Le richieste sono state approvate, consentendo di procedere con la raccolta delle cellule staminali nel corso della seconda metà del 2024.
“La raccolta delle cellule staminali emopoietiche è stata particolarmente sfidante e complessa, soprattutto per la paziente con anemia falciforme, perché sono state necessarie diverse procedure per raggiungere il numero di cellule staminali autologhe necessario” ha dichiarato Cesare Perotti, direttore del Servizio Immunotrasfusionale del San Matteo.
Fondamentali in questo percorso si sono rivelati, appunto, il supporto del SIMT, della Farmacia Ospedaliera, nonchè il lavoro del gruppo multidisciplinare appositamente costituito, che ha permesso di raccogliere l’elevatissimo numero di cellule staminali richiesto (oltre un miliardo e 500 milioni di cellule staminali emopoietiche per ciascun paziente), nonché della Farmacia ospedaliera.
Martedì 13 maggio 2025 la paziente con β-talassemia è stata la prima in Europa a ricevere l’infusione di Casgevy, al di fuori di sperimentazioni cliniche. La ragazza sta bene, anche se è ancora ricoverata in attesa di poter essere dimessa nelle prossime settimane.
Giovedì 22 maggio 2025 la paziente con anemia falciforme è stata la prima in Italia a ricevere l’infusione di Casgevy, al di fuori di sperimentazioni cliniche. Dopo un ricovero di oltre un mese presso la Sezione Trapianto di Midollo Osseo dell’Oncoematologia Pediatrica, la ragazza è stata dimessa il 3 giugno, ed ora prosegue i controlli in ambulatorio.
Questi trattamenti rappresentano un’importante pietra miliare nella gestione delle emoglobinopatie, aprendo nuove prospettive terapeutiche e offrendo nuove speranze a pazienti con opzioni limitate.