Nella seduta odierna la giunta ha deliberato gli indirizzi integrativi per la destinazione d’uso dell’immobile comunale confiscato alla criminalità organizzata e individuato come “struttura di ospitalità di secondo livello che non prevede l’alta protezione”.
Dal 2018, grazie al contributo regionale e a una convenzione tra comune di Vigevano, ATS Pavia e Regione Lombardia, l’edificio è stato adeguato strutturalmente e arredato al fine di utilizzarlo come casa rifugio per donne vittime di violenza, attraverso la concessione in comodato d’uso gratuito al Centro Antiviolenza Kore di Vigevano fino al 31 dicembre 2023.
Allo scadere della convenzione l’immobile è stato sottoposto ad alcuni interventi di manutenzione straordinaria che ne hanno richiesto il fermo per alcuni mesi; nel frattempo sono stati predisposti gli atti per un avviso pubblico di co-progettazione con un soggetto del terzo settore per la gestione della casa rifugio, che però è purtroppo andato deserto.
Regione Lombardia, interpellata in merito dagli uffici comunali, ha suggerito di reiterare l’avviso pubblico, offrendosi di supportare il Comune per promuovere azioni informative presso enti iscritti all’Albo regionale e potenzialmente interessati alla gestione.
Verrà dunque predisposto un nuovo avviso di co-progettazione per individuare un soggetto del terzo settore interessato alla gestione della casa rifugio per una durata di tre anni, con possibilità di rinnovo per ulteriori due. Il futuro gestore dovrà in particolare prevedere rette giornaliere ridotte per le donne collocate nella struttura con oneri a carico del Comune di Vigevano, in considerazione della concessione gratuita dell’immobile da parte dell’Amministrazione.
L’assessore alle politiche sociali Marzia Segù dichiara: “Le case rifugio di secondo livello rappresentano una tappa essenziale nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Non si tratta solo di un tetto sicuro ma di luoghi in cui ricostruire legami, competenze e prospettive e riorganizzare la propria vita in modo stabile”.