Non ci sta l’uomo di 39 anni ad essere accusato di violenza sessuale. Al momento c’è una denuncia in questo senso presentata da una donna, ma lui nega qualsiasi addebito e si dice completamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati. La scorsa settimana la sua abitazione è stata perquisita dai carabinieri di Magenta e Arluno in cerca di indizi che supportino le accuse lanciate da una donna di 35 anni di Arluno.
Una perquisizione che ha avuto particolare riguardo ai dispositivi elettronici ritrovati e al loro contenuto e alle telecamere di videosorveglianza presenti. L’uomo si è rivolto ad un legale per tutelare i suoi diritti, l’avvocato Roberto Grittini, che si dice certo dell’innocenza del suo assistito, al di là di ogni ragionevole dubbio. «Stiamo verificando quanto è accaduto realmente nel giorno indicato – ha spiegato – nell’abitazione c’è un sistema di videosorveglianza che avrebbe ripreso ogni azione avvenuta a quell’ora e in quella data».
Questa potrebbe essere la prova decisiva dei fatti avvenuti all’inizio del mese di giugno in una casa. Filmati che fornirebbero un quadro preciso della situazione e di quello che è successo quel giorno. La presunta violenza sarebbe avvenuta in un’abitazione di Magenta e, dopo la denuncia della persona offesa, sono partite immediatamente le indagini da parte dei carabinieri. Naturalmente qualsiasi indagato deve essere considerato innocente finché una sentenza definitiva non lo condanni. Siamo solo nella fase iniziale del procedimento che continuerà da parte delle autorità competenti nelle opportune sedi. Cosa cercano gli investigatori? Prove che possano confermare l’esistenza di una effettiva violenza sessuale. Messaggi contenuti nei dispositivi dell’indagato rivolti alla persona offesa che possano portare a qualcosa di concreto e quant’altro possa essere considerato utile. Tutto il materiale repertato verrà sottoposto ad analisi accurate da parte di persone esperte.
Non è detto che le prove raccolte andranno contro il 39enne. Da tutta questa attività investigativa potrebbe, naturalmente, emergere un quadro favorevole allo stesso magentino. In ogni caso intenzionato a dare battaglia e a far valere la sua onorabilità, anche in un processo se sarà il caso. Come conferma l’avvocato Grittini. «Una volta fatte tutte le verifiche del caso da parte degli organi inquirenti – continua il legale – potremo dire se c’è stata violenza, oppure si è trattato di una calunnia. Nel qual caso ci attenderemo, quantomeno, delle scuse da parte della persona che ha presentato denuncia».