“Qui non è mai successo, ma non si può mai sapere quando una comunità potrebbe avere bisogno di un sistema come questo”. Le parole dell’assessore Furio Suvilla, nel commentare l’accoglimento da parte dell’amministrazione comunale di questo dono alla cittadinanza, affondano radici in fatti concreti: non era mai successo prima ad Abbiategrasso (dove si trova l’esempio geograficamente più vicino), eppure è successo esattamente due anni fa. Non succedeva da tempo a Monopoli, eppure è successo una settimana fa (l’ultimo caso in ordine di tempo). Stiamo parlando di madri disperate che abbandonano il loro bambino.
Certo, c’è la possibilità di partorire in sicurezza in ospedale, mantenendo l’anonimato e non riconoscendo il neonato, ma non tutte le madre sono a conoscenza di questa opportunità. Altre magari lo sanno, ma hanno paura lo stesso. Fino a quando sono esistiti gli orfanatrofi, all’ingresso c’era la cosiddetta ‘ruota degli esposti’: si adagiava il bambino in un vano, si suonava un campanaccio e arrivava qualcuno (solitamente una suora o un frate) che si prendeva cura del piccolo mentre la madre aveva il tempo di andarsene senza essere vista. Il meccanismo della culla per la vita è esattamente lo stesso, visto in chiave odierna.
“L’attrezzatura è estremamente tecnologica – spiega il coordinatore del Centro Aiuto alla Vita di Vigevano Gaetano Mercorillo, promotore dell’iniziativa – ed è studiata per garantire sicurezza al bambino e anonimato per la madre. La culla per la vita è simile a una finestra, che si apre premendo un bottone. A quel punto la madre può collocare il bambino su una piccola culla. C’è una telecamera, ma inquadra solo l’interno, allo scopo di visionare se effettivamente è presente un neonato. La protezione dai falsi allarmi arriva anche da sensori sensibili alla temperatura. Una volta che il macchinario percepisce che nella culla è presente un essere vivente, allora lo sportello di blocca e potrà essere aperto soltanto con un codice in possesso della Croce Rossa”.
È proprio la Croce Rossa a farsi da tramite con le strutture sanitarie. “L’allarme è collegato alla nostra sede, oltre che ai telefoni di alcuni volontari del Centro Aiuto alla Via”, dice il presidente del comitato locale Andrea Motta: “Saremo noi, una volta accertata la presenza di un bambino, ad attivare le procedure di urgenza”. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza, il bambino starà al sicuro in un ambiente riscaldato.
“Le cronache, purtroppo, ci raccontano di bambini lasciati addirittura nei cassonetti”, continua Mercorillo: “Noi, come Centro Aiuto alla Vita, forniamo tutta l’assistenza possibile alle future mamme in difficoltà. Se questo non bastasse, vogliamo offrire quest’ultima opportunità, che ha anche valenza simbolica. Costruire la culla per la vita ha significato un grande sforzo economico e organizzativo, e altrettanto servirà per il mantenimento. Noi, però, seguiamo il motto ‘chi salva una vita salva il mondo intero’”.
L’inaugurazione della culla per la vita avverrà sabato 28 aprile alle ore 16. L’apparecchiatura si trova sulla parete esterna del Centro Aiuto alla Vita, accanto alla chiesa di via Madonna degli Angeli.