“Da che pulpito arriva la predica”: per chi ha vissuto buona parte del drammatico avvio dell’emergenza migranti a Ventimiglia e, in particolare a quello che dovrebbe essere un confine, nuovamente trasformato in frontiera, è la prima affermazione che viene spontanea.
Stiamo parlando della tensione che, nelle ultime ore è tornata alle stelle tra Italia e Francia, per le affermazioni del Presidente transalpino Macron sulla gestione del nostro Governo della nave ‘Acquarius’, definita “irresponsabile" e "cinica", ma anche del portavoce di ‘En Marche’ che l’ha addirittura etichettata come "vomitevole". Senza dimenticare il possibile l’annullamento del vertice italo-francese tra il neo Premier Giuseppe Conte ed il collega Emmanuel Macron, previsto per venerdì a Parigi.
Le scaramucce tra Roma e l’Eliseo rendono incandescente il rapporto tra i due paesi ma, probabilmente, Macron e i suoi hanno dimenticato quanto, invece, è ancora perfettamente presente negli occhi di chi ha vissuto, quel 12 giugno del 2015, l’inizio dell’odissea della città di Ventimiglia e della famosa scogliera di Ponte San Ludovico, un vero e proprio simbolo del ‘blocco’ totale della Francia, all’ingresso degli immigrati.
Quel giorno iniziò un’estate allucinante, durante la quale migliaia di migranti arrivarono a Ventimiglia, una città che si attrezzò per accogliere in qualche modo chi arrivava dal Sud e cercava di entrare in Francia, senza sapere che a Ponte San Ludovico ed a San Luigi, i gendarmi transalpini avevano eretto una linea Maginot fatta di uomini e mezzi, per evitare sconfinamenti non graditi. E, contemporaneamente, respingeva a Ponte San Luigi i migranti che erano sul territorio francese (cliccando QUI).
Anche il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana è intervenuto sull’argomento, indicando anche Ventimiglia come uno dei luoghi simbolo del ‘blocco’ francese: "Avesse dedicato ai migranti un millesimo degli sforzi fatti per tenere le fila del nuovo potere in Libia, oggi la situazione sarebbe ben diversa. Invece abbiamo davanti agli occhi la vergogna di Ventimiglia e di Bardonecchia, e i porti francesi ostentatamente sigillati. No, monsieur le president: lezioni da altri, ma da lei proprio no".
Oggi l’Eliseo bacchetta l’Italia ma, forse, dovrebbe dare uno sguardo a quelle foto che, almeno per Ventimiglia e per il confine con Mentone sono diventate un simbolo e che si sono ripetute fino a quando, in qualche modo, proprio l’Italia ha cercato di evitare scontri, mantenendo in tutti i sensi i migranti che cercavano un ‘varco’ verso il Nord Europa, proprio attraverso la Francia, che oggi ci giudica irresponsabili, cinici e vomitevoli.