In Italia il divertimento frutta. Già, perché tra videogame e giochi virtuali l’industria che comprende console da gaming, piattaforme online, giochi da tavola e quant’altro riesce a racimolare ogni anno svariati milioni di Euro. Il tutto a vantaggio dei consumatori, perché le offerte contenutistiche sono costrette ad aggiornarsi periodicamente per rimanere al passo con i tempi e mantenere alti standard e numeri. Anche qualche attrazione ludica del passato può tornare utile in questo senso, se rivestita da cima a fondo con migliorie e accorgimenti di sorta. Come si può notare anche dalle descrizioni delle tipologie di codice bonus Pokerstars molti giochi di carte o che tradizionalmente erano giocabili sono dal vivo, ora sono fruibili anche in maniera virtuale e in formato applicazione. Ad oggi è impossibile tracciare un punto di arrivo per il settore dei giochi in Italia. Più la tecnologia avanza, maggiori sono gli scenari che si aprono.
Il gioco in Italia: il fenomeno dei videogame
Se si parla di gioco, a molti la prima immagine che viene in mente è quella di un gamepad per console. Nello Stivale il reparto videoludico va alla grande e produce un indotto di 2 miliardi all’anno. Se si considera che in tutto il mondo il fatturato medio annuale è di 200 miliardi, è tutto dire. Nel terzo millennio i videogiochi permettono di competere anche ad alti livelli agonistici, complice il boom di Internet che ha favorito enormemente la comunicazione tra i gamer e l’istituzione di tornei in giro per il mondo. Sì, esistono anche professionisti italiani che vivono giocando ai videogiochi di mestiere. I giochi in scatola appaiono ormai più di nicchia, per quanto la loro produzione non sia mai stata interrotta. Inutile negarlo: oggi i passatempi e il divertimento passano soprattutto attraverso il digitale e nei momenti di noia capita a molti di scorrere gli store delle app alla ricerca di qualche contenuto di proprio gusto. Ebbene, i videogame si piazzano di fronte allo sguardo dell’utente anche qui, sia attraverso riproposizioni di titoli storici sia per mezzo di conversioni e rivisitazioni di quelli più attuali. Anche i più comuni giochi virtuali possono essere considerati alla stregua dei titoli videoludici. Quello delle app è un vero e proprio mercato che non ha potuto fare a meno di prendere piede anche in Italia. Se in Silicon Valley i migliori sviluppatori vengono pagati 100.000 dollari all’anno, nello Stivale i costi per un programmatore sono chiaramente inferiori. Di conseguenza, in tanti si tuffano nel settore.
Quanto vale il gioco d’azzardo in Italia
I giochi come lotterie et similia non hanno perso smalto in questi decenni. Se si prendono in esame anche le classiche schedine sportive, che vengono pagate 2 miliardi all’anno, per il gioco gli italiani spendono sui 2.000 Euro a testa ogni 12 mesi. Non a caso il nostro Paese è tra i primi del continente per mole di gioco espressa e questo ha portato anche all’aumento di iniziative locali contro l’azzardo. Nel giro di un anno vengono creati anche 4 milioni di nuovi account sulle piattaforme di intrattenimento e l’età media si sta elevando notevolmente, comprendendo anche le donne tra i 18 e i 30 anni, soprattutto nelle regioni settentrionali. Il solo gioco online, insieme alle succitate schedine, rappresenta più del 15% della spesa totale riferita al gioco d’azzardo. Nel complesso si parla di un centinaio di miliardi di Euro annui investiti nel settore, dove a ricoprire un ruolo determinante sono le slot, che vantano un fatturato che si aggira sui 20 miliardi.