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Attualità | 11 ottobre 2019, 11:41

Domenica e lunedì sciopero nelle autostrade del Piemonte (ma il pedaggio si paga lo stesso)

La protesta è unitaria e da un lato riguarda il bando europeo per Torino-Piacenza e le concessioni attualmente affidate ad Ativa (coinvolti 450 lavoratori). Ma le rivendicazioni toccano anche la sicurezza

Domenica e lunedì sciopero nelle autostrade del Piemonte (ma il pedaggio si paga lo stesso)

Due giorni di sciopero, quelli di domenica e lunedì, per almeno 4 ore (ma si potrebbe arrivare fino a 8) su tutte le autostrade del Piemonte. Domenica toccherà agli esattori, mentre lunedi saranno coinvolti gli amministrativi. A proclamarlo sono stati i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Sla Cisal e Ugl Viabilità e Logistica. E i fronti di scontro sono due: uno riguarda le tutele dei posti di lavoro e l'altro la sicurezza.

Il primo aspetto tocca il bando di gara europeo che si chiuderà il 18 novembre e che riguarda sia la Torino-Piacenza (attualmente gestita da Satap e scaduta nel 2017) che il pacchetto attualmente gestito da Ativa: la Torino-Aosta fino a Quincinetto, ma anche le tangenziali del capoluogo (scaduta nel 2016). Una gara che raccoglierà tutti i tratti coinvolti in un'unica nuova concessione, dal valore di 2 miliardi, dunque senza quella clausola di tutela sociale che prevede il mantenimento dei lavoratori. "Rispetto della clausola sociale - spiega Hyari Toneatto, di Filt CGIL Torino - con il nuovo affidamento, non c'è obbligo di mantenere il personale, ma nemmeno gli attuali contratti e dunque le loro garanzie". I lavoratori coinvolti sono 450. "In questo settore negli ultimi anni l'automazione ha decostruito il comparto della riscossione dei pedaggi, tra telepass e free flow - prosegue - e la legge in materia è lacunosa, precettando i settori e non i lavoratori. Di fatto si sono spaccati i gruppi di lavoro, con gli esattori da una parte e gli altri (manutentori e non solo) dall'altra. E così facendo viene meno molto spesso il rispetto delle regole".

L'altra metà del problema è invece quello della sicurezza. E in particolare della manutenzione (come insegna il Ponte Morandi). Le concessionarie autostradali possono affidare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria a società in house. "Ma chi effettua il lavoro non può essere anche il controllore della qualità di quei lavori - aggiunge Toneatto -: è normato dalla legge, ma andrebbe rivisto".A complicare il tutto, è la presenza di un contratto nazionale scaduto il 31 dicembre del 2018. E che dunque rischia di non trovare applicazione (anche se si trovasse un accordo tra società e sindacati) per il bando europeo che tocca da vicino il Piemonte. "È emerso che nel vecchio contratto la clausola sociale è prevista per il passaggio di concessione durante la sua validità e non per l'avvio di nuove concessioni - aggiunge Maurizio Diamante, segretario nazionale Fit-Cisl -. Ecco perché rientrano anche la Torino-Piacenza e la concessione Ativa, che daranno vita a una nuova concessione. Chiediamo che nel nuovo contratto sia inserita la stessa clausola in ogni situazione. Ma il timore è che i due tempi non vengano fatti coincidere".

"Sul fronte aziendale, peraltro, ci sono anche due posizioni diverse - sottolinea Cristina Settimelli, della segreteria nazionale di Filt CGIL -. È soprattutto Fise Acap (cui fa riferimento il Gruppo Gavio, dunque anche Ativa e Satap) a rendersi indisponibile alla trattativa, mentre Federreti ha fatto maggiori aperture". Federreti cui fa capo invece Autostrade per l'Italia, nell'occhio del ciclone (e nel mirino del governo) dopo il caso-Genova.Domenica e lunedì, dunque, con lo sciopero dovrebbe esserci almeno una barriera aperta ai caselli, con la segnalazione del personale in sciopero. Ma gli automobilisti dovranno pagare lo stesso, perché anche se passassero nell'eventuale corsia libera la richiesta di pagamento arriverebbe direttamente a casa, nei giorni successivi.

redazione online Torino

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