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Sport | 25 aprile 2020, 12:58

Dorno, la Pugilistica Primo Carnera fermata dal Covid-19. Veronese: “Stiamo risentendo della chiusura”

In questo momento di pausa forzata, il tecnico responsabile ha risposto alle nostre domande relative al suo duplice ruolo di allenatore e cutman

Dorno, la Pugilistica Primo Carnera fermata dal Covid-19. Veronese: “Stiamo risentendo della chiusura”

Tanti sono i settori fermi a causa dell’emergenza Covid-19. Alcuni stanno programmando la ripartenza e, se non ci saranno proroghe, la data del 4 maggio rappresenterebbe la ripresa per molte realtà. Per altre attività a farla da padrone sono i punti interrogativi, tra queste rientra il settore sportivo. A spiegarci la situazione è Claudio Veronese, tecnico responsabile della Pugilistica Primo Carnera.

“Per quando ci riguarda - spiega - dai primi di marzo, non abbiamo più avuto la possibilità di allenarci in gruppo e di accedere alle nostre “strutture” societarie. Abbiamo ovviamente  risentito delle chiusure imposte dal Governo e parlo per la nostra sede a Gambolò, diretta da Pietro Farina, la mia palestra a Dorno, con me e Gabriele Bagnoli, e la nostra nuova sede da poco aperta a Ferrera Erbognone, diretta dal tecnico Fabrizio Marcis”.

Difficile fare programmi sul futuro, ma la speranza è quella che si possa concretizzare una piccola riapertura entro l’estate, in modo che almeno rientrino gli investimenti fatti nelle prime settimane dell’anno. Intanto continua a rimanere vivo un contatto a distanza con tutti gli atleti per non perdere la quotidianità.

In che modo gli atleti si stanno tenendo in forma? Qualcuno di loro in questa fase avrebbe iniziato a fare competizioni?

“Avevamo pianificato tre nuovi esordi AOB, tutti ragazzi molto giovani di Dorno. Il lockdown ci ha obbligato però a rivedere i piani. Attualmente non stiamo offrendo “dirette” sui social dedicate ad esercizi specifici per gli atleti e neppure proponiamo allenamenti a circuito. Abbiamo preferito dare delle “linee guida” principalmente ai nostri AOB, ma anche ai tanti amatori di light boxe, per mantenere una forma fisica accettabile. Il tutto rispettando sempre le direttive governative, che momentaneamente non permettono neanche una corsa all’aperto, quindi ognuno a casa si allena come può. I nostri ragazzi, e ragazze, sanno cosa fare”.

E per quanto riguarda l’attività di cutman questa quarantena ti ha fatto saltare qualche impegno già programmato?

“Il 28 febbraio all’Allianz Cloud di Milano avrei dovuto assistere come sempre Riccardo Merafina 7-0-0 (3ko) e Daniele Scardina 18-0-0 (14ko). I match sarebbero stati trasmessi in diretta ed in esclusiva su DAZN, ma alla fine l’evento è stato rinviato a data da destinarsi. Nella stessa serata avrebbe combattuto anche Simone Brusa 4-2-1 e soprattutto avrei fatto il mio esordio all’angolo di Francesco Acatullo 12-9-2 (1ko), che da alcuni mesi si allena a Voghera con il Maestro Gigliotti”.

Nelle vesti di cutman stai sfruttando la pausa per ripartire con nuove idee?

“Sto sfruttando le settimane di inattività totale per progettare al meglio la ripresa. Ho tantissime nuove idee da mettere in atto. Nel team del presidente Federico Catizone (che saluto) stiamo crescendo a vista d’occhio grazie all’aggiunta di alcuni nuovi e validi elementi. Personalmente ho deciso per una via “delineata e definita”: vorrei specializzarmi sul pugilato professionistico. Per questo preferirei evitare altre arti (K1, Muai Thai, MMA). Se però il team dovesse avere necessità rimango a disposizione. Ho anche già avuto dei contatti con un campione mondiale di K1”.

Alla ripresa dell’attività sportiva ci saranno novità?

“Più che altro dal 2021. L’obiettivo è quello di dare una svolta alla carriera professionale.

Ho in progetto un viaggio oltreoceano. Andrei a visitare le località sacre del pugilato professionistico mondiale comprendendo pure le palestre migliori del mondo. Mi piacerebbe incontrare i più grandi del mio settore, “rubare segreti”, fare a loro domande specifiche. Insomma, non vedo l’ora di ricominciare. So cosa voglio fare per tutta la mia vita. Un’esperienza come quella dello scorso giugno ad Edmonton, in Canada, al fianco di Vissia Trovato e Marzio Franscella, ti rimane dentro. Due titoli mondiali wbc/wba, l’atmosfera magica, migliaia di persone, un livello altissimo di organizzazione, è stato tutto un qualcosa di inimmaginabile. Oltre a ciò mi piace ovviamente allenare, sogno che da circa 4 anni è diventato realtà nella “mia Dorno”.

Nel tuo lungo elenco di pugili a cui già svolgi l’attività di cutman, ci sono state ultimamente nuove richieste?

“Per l’assistenza ed il bendaggio ho avuto contatti con due nuovi pugili professionisti, in vista dei loro imminenti esordi. Purtroppo, data la situazione, non ho potuto incontrarli di persona,ma appena si potrà sarà una delle prime cose che farò. Al momento sono otto i professionisti seguiti e la cosa non può che farmi piacere e motivare ancora di più. Sono molto soddisfatto di essere riuscito ad instaurare con quasi tutti loro un rapporto di amicizia che va ben oltre la semplice collaborazione sportiva”.

Prima di salutarlo, Veronese ci tiene a fare un ricordo ad una persona che per lui è stata davvero importante.

“Recentemente è scomparso un Maestro, con il quale ho avuto un bellissimo rapporto a livello professionale ma soprattutto dal punto di vista umano. Una persona a tratti simile a me, molto schietta e senza peli sulla lingua. Abbiamo avuto discussioni perchè avevamo visioni diverse su alcune cose, il suo grande cuore però mi ha sempre ispirato. Ed è proprio lui, il maestro Alfredo Farace ad aver creduto per primo in me. Mi ha dato una prima opportunità di “lavorare” a certi livelli senza nessuna esperienza pregressa nel mio curriculum vitae. Si è fidato ciecamente delle mie capacità ed affidandomi le mani (strumenti da lavoro per ogni pugile professionista) di Vissia Trovato e Marzio Franscella. Posso considerarlo il mio Maestro per quanto riguarda la figura da cutman. Per questo non finirò mai di ringraziarlo. Lo conoscevo bene e sono sicuro che, da là in alto, sarà contento del mio pensiero. Di solito, dopo aver letto mie interviste o “post” sui social con una nostra foto insieme o con i suoi atleti, mi scriveva sempre. Sul mio cellulare custodisco gelosamente le chat con lui. Mi dava consigli su come approcciarmi a certi match, come muovermi: piccoli segreti che rimarranno sempre con me”.

Fabrizio Negri

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