Un nuovo studio mostra come il mercato dei prodotti CBD stia cambiando lo scenario delle prescrizioni mediche in Italia.
La disponibilità locale di fiori di cannabis, nota come cannabis leggera, ha portato a una significativa diminuzione delle scatole di ansiolitici in scatola, sedativi e antipsicotici, oltre alla riduzione del consumo di antiepilettici, antidepressivi e oppiacei.
Insomma, una nota positiva in quanto, l’abuso di farmaci, non è di certo la cura migliore da adottare. Per condurre lo studio, i ricercatori italiani hanno utilizzato un unico dataset longitudinale che registrava le vendite mensili di farmaci e mappava la disponibilità sul mercato locale dei rivenditori che vendevano fiori CBD.
Molti però non sanno cos’è il CBD
Un dato motlo curioso è che molti non sanno ancora cos'è la CBD. Parliamo di cannabidiolo, chiamato CBD per comodità, ovvero un composto organico presente nella canapa. Questo composto ha tutte le proprietà benefiche della canapa, senza quelle che danno quel senso euforico, tanto demonizzato dalle persone.
Questa CBD non è psicoattiva e si adatta alla risoluzione di moltissime patologie, come mal di testa, dolori articolari, mancanza di appetito, stress e molto altro ancora. Proprio la sua grande malleabilità è stata complice nel renderla tanto apprezzata.
CBD In Italia e la sua evoluzione
Dal momento che il mercato della CBD si è sviluppato in Italia nel 2017, il numero di vendite di farmaci dispensati è diminuito in media di circa 1,6%. I ricercatori hanno preso in considerazione sette categorie di farmaci: oppioidi, ansiolitici, sedativi, antimigraina, antiepilettici, antipsicotici e antidepressivi.
Lo studio collega la riduzione del consumo di questi farmaci da prescrizione con gli effetti clinici riconosciuti o pubblicizzati della CBD. L'accessibilità a questi prodotti ha incoraggiato alcuni pazienti a provare la CBD per sollievo invece di consumare farmaci da prescrizione.
La legge italiana sulla cannabis è entrata in vigore nel 2017 e ha permesso agli agricoltori di coltivare piante di cannabis con un livello di THC inferiore allo 0,5%.
Tuttavia, la legge sulla cannabis non regola la vendita di fiori di cannabis. Da un lato la vendita di fiori di cannabis non è consentita, ma dall'altro non è vietata.
Questa mancanza di regolamentazione ha creato una scappatoia legale, così le aziende e i rivenditori italiani di CBD hanno iniziato a vendere fiori di cannabis con livelli di THC inferiori allo 0,5%.
Questa scappatoia legale ha creato un nuovo mercato, ha dato lavoro a più di 10.000 persone e ha avviato circa 1.500 aziende con un fatturato di 150 milioni di euro nel 2018. Sono stati anche segnati investimenti record sulle aziende che si occupano di questo, con azionisti provenienti da tutto il mondo.
Molteplici benefici dal suo utilizzo
Gli italiani hanno iniziato a riconoscere i benefici della CBD e ad utilizzarla per diversi scopi. I fiori della CBD hanno anche attirato nuovi consumatori che utilizzavano farmaci da prescrizione. Secondo lo studio, essi potrebbero aver trovato nella cannabis leggera un trattamento più efficace rispetto ai farmaci tradizionali.
Tuttavia, lo studio evidenzia alcune questioni critiche da prendere in considerazione.
L'automedicazione con i prodotti CBD può essere un campanello d'allarme per i legislatori, poiché le persone potrebbero non seguire i consigli degli esperti.
Inoltre, l'attuale legge sulla cannabis ha bisogno di chiarezza sulla vendita di fiori di CBD, poiché la mancanza di regolamentazione del mercato italiano della cannabis mette in pericolo i rivenditori e le aziende.