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Economia | 29 marzo 2021, 16:06

Sostegni, al via le domande. A 3 milioni di aziende e partite Iva una media di 3.700 euro

Da domani le richieste all’Agenzia dell’Entrate, cui toccherà erogare gli 11 miliardi stanziati dal Governo. Briciole, per le categorie interessate, che ora sperano nelle misure allo studio col Decreto Aprile

Sostegni, al via le domande. A 3 milioni di aziende e partite Iva una media di 3.700 euro

Si apriranno domani, martedì 30 marzo, per chiudersi il prossimo 28 maggio i termini entro i quali Partite Iva e imprese penalizzate dall’emergenza pandemica potranno presentare domanda presso l’Agenzia delle Entrate per accedere ai contributi a fondo perduto previsti dal Governo col "Decreto Sostegni".

Una misura accolta con evidente delusione dalle diverse categorie messe in ginocchio dalle chiusure dell’ultimo anno, visto che gli 11 miliardi di euro messi sul piatto dall’esecutivo Draghi consentiranno a una platea ora stimata in 3 milioni di soggetti economici di accedere ad aiuti erogati secondo una media di 3.700 euro a richiedente.

Fondi che si aggiungono ai 10 miliardi già serviti a stanziare i 3,3 milioni di indennizzi corrisposti nel 2020 tra Legge Rilancio, Decreto Agosto, i quattro decreti "Ristori" e il Decreto Natale, ma ancora decisamente troppo pochi per risollevare anche solo parzialmente le sorti delle intere categorie più penalizzate dai lockdown: dalla ristorazione ai pubblici esercizi e alle attività ricettive, dai servizi alla persona agli operatori della cultura, per dire dei principali.

Il Governo avrebbe già previsto un’altra tranche di provvidenze da inserire in una prossima misura, tramite la richiesta al Parlamento di un nuovo scostamento di bilancio per una cifra stimata in ulteriori 20 miliardi di euro di deficit, ma visti anche i precedenti è difficile immaginare che i ristori in arrivo siano capaci di attenuare il crescente malcontento per quelle che sembrano briciole rispetto alle necessità di decine di migliaia di imprese.  

LE NOVITA’

Tra le novità rispetto alle precedenti misure si registra l’ampliamento della platea dei soggetti che avranno diritto all’aiuto. Frutto anche del superamento del criterio dei codici Ateco, che discriminava alcune categorie a dispetto di altre.
Altra differenza rispetto ai precedenti provvedimenti riguarda il fatto che i richiedenti potranno chiedere un rimborso diretto sul proprio conto corrente, oppure il riconoscimento di un credito d’imposta.

A CHI SPETTA

Per avere diritto al contributo occorrerà dichiarare di avere registrato una perdita del proprio fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019 di almeno il 30%. E’ però previsto un tetto massimo nel giro d’affari, che deve essere inferiore ai 10 milioni di euro annui (erano 5 coi Dpcm precedenti).

DOMANDE E TEMPISTICHE

Le richieste di indennizzo potranno essere presentate direttamente o tramite intermediario presso i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate o tramite la piattaforma Sogei (Fatture e corrispettivi). Per farlo occorre disporre delle credenziali Spid, Carta Identità Elettronica (Cie), Carta Nazionale del Servizi (Cns) o Entratel dell’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia delle Entrate si è impegnata a erogare i contributi entro due settimane dalla domanda.

CALCOLO E AMMONTARE

Cinque le fasce previste. Fermi i requisiti della diminuzione dei ricavi e dei 5 milioni di giro d’affari, il contributo sarà commisurato al 60% dell’ammontare della perdita media mensile per soggetti con ricavi fino a 100mila euro; del 50% per quelli tra i 100mila euro e i 400mila euro di fatturato; del 40% tra i 400mila euro e il milione; del 30% tra 1 e 5 milioni, del 20% tra 5 e 10 milioni.

DUE ESEMPI

Un’attività che nel 2019 aveva fatturato 300mila euro e nel 2020 solamente 150mila ha avuto una perdita di 150mila euro, che su base mensile ammontano a 12.500 euro. A tale cifra (12.500 euro) verrà applicata quindi l’aliquota corrispondente alla fascia di reddito (in questo caso il 50% che spetta alle attività che nel 2019 avevano fatturato tra 100 e 400 mila euro). L’importo riconosciuto sarà quindi pari a 6.250 euro.

Un professionista che nel 2019 aveva fatturato 90mila euro e nel 2020 solamente 60mila ha avuto una perdita di 30mila euro, che su base mensile ammontano a 2.500 euro. A tale cifra (2.500 euro) verrà applicata un’aliquota più alta (per via della fascia di reddito), 60%. L’importo del suo ristoro sarà quindi pari a 1.500 euro.

CONTRIBUTO MINIMI E MASSIMO

È comunque garantito un contributo minimo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. L’importo del contributo riconosciuto non può in ogni caso superare 150.000 euro. Il contributo, come i precedenti, è escluso da tassazione e non incide sul calcolo del rapporto per la deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi di reddito, compresi gli interessi passivi.

A questi link le indicazioni fornite dall'Agenzia delle Entrate.
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/-/provvedimento-del-23-marzo-2021
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/-/comunicato-stampa-del-23-marzo-2021
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/233439/Contributo_fondo_perduto_decreto_Sostegni.pdf/d2e0955b-a275-59d6-b0d1-f5950bc423ca

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