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Cronaca | 23 settembre 2021, 17:02

Eitan per ora rimane in Israele, accordo tra le famiglie fino all'udienza dell'8 ottobre

I legali che rappresentano i due rami materno e paterno della famiglia del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone fanno calare il silenzio stampa per il bene del bambino

Eitan per ora rimane in Israele, accordo tra le famiglie fino all'udienza dell'8 ottobre

Si è  conclusa in sostanziale parità  la prima udienza nello scontro giudiziario sul futuro di Eitan Biran, il piccolo unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone. Nel braccio di ferro tra la zia paterna, Aya Biran, e il nonno materno, Shmuel Peleg, la giudice Iris Ilotovich Segal si è espressa a favore di una custodia temporanea 'condivisa' del bimbo, che per ora resterà in Israele e passerà tre giorni con ciascuno ramo familiare, fino alla prossima udienza fissata per l'8 ottobre.

E subito dopo l'udienza nell'aula del tribunale della famiglia di Tel Aviv, sulla vicenda è calato il silenzio stampa, richiesto per tutelare l'interesse del minore, portato di nascosto in Israele da Peleg. Dall'Italia, i legali del nonno materno hanno fatto comunque trapelare la sua soddisfazione per la decisione "equilibrata": "Per la prima volta finalmente un tribunale ha posto al centro l'interesse del minore. Non e' una partita tra Israele e Italia: Eitan ha due famiglie e ha diritto di godere in modo egualitario di entrambe", ha sottolineato l'avvocato Sara Carsaniga"Ne' la zia tutrice ne' il nonno hanno preso la parola all'udienza", ha aggiunto, sottolineando che "non c'e' stata una discussione nel merito su chi debba essere il tutore del bambino". Nessun commento dalla zia Aya che stamane, prima di entrare in aula per l'udienza a porte chiuse, aveva espresso la sua preoccupazione per Eitan: "Non voglio altro che il suo ritorno a casa il prima possibile", aveva sottolineato.

In tribunale, oltre ai due principali contendenti, si è presentata anche Gali, sorella della madre di Eitan, che con il marito Ron Peri ha espresso il desiderio di adottare il nipote.  Proprio su chi siano gli affidatari e quale sia il luogo naturale di residenza del bambino si gioca la partita legale: per la famiglia paterna, i Biran, Eitan è stato rapito dal nonno e deve essere riportato in Italia dove è sempre vissuto. Opposta la posizione dei Peleg, convinti che non ci sia stato alcun rapimento perchè i suoi genitori, ora deceduti, volevano riportarlo in Israele che è la sua vera casa.

L'11 settembre, Eitan è stato segretamente portato in Israele dal nonno, con la presunta complicità della ex moglie e nonna del piccolo, Etty Peleg Cohen; entrambi sono indagati per sequestro di minore, insieme all'autista dell'auto che li ha condotti dall'Italia alla Svizzera per imbarcarsi alla volta di Tel Aviv.

Il team legale della zia paterna Aya, riconosciuta da un giudice italiano come affidataria, ha presentato un'istanza ai sensi della Convenzione dell'Aja per riportarlo in Italia: è questa la sua 'residenza naturale' dove è cresciuto, l'italiano è la sua lingua madre ed è li' che si svolge il suo percorso riabilitativo dopo la tragedia in cui ha perso i genitori, sostengono gli avvocati Avi Chimi e Shmuel Moran.

I legali ricordano anche che il nonno Peleg e' stato condannato per violenze domestiche, oltre vent'anni fa, ed è stato interrogato dalla polizia e messo ai domiciliari per qualche giorni dopo il suo rientro in Israele con Eitan. La famiglia Peleg, rappresentata da Boaz Ben Tzur e Ronen Daliahu, è di tutt'altra opinione: non c'è stato nessun rapimento, non si tratta di un bimbo conteso tra due genitori, visto che la mamma e il papà sono morti e quindi la Convenzione dell'Aja in questo caso non c'entra.

Quanto al luogo naturale per Eitan, insistono i legali dei Peleg, i genitori pianificavano da tempo di tornare a vivere in Israele al termine degli studi in medicina del padre in Italia, considerata una tappa temporanea; la casa del bimbo è quindi Israele, dove trascorreva alcuni mesi all'anno tutti gli anni e dove i genitori avevano già acquistato una casa e cercato scuola per lui.

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