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Cronaca | 30 giugno 2022, 20:19

Razzia di pesci catturati con l’elettricità: blitz dei forestali in 3 regioni

Le indagini svolte dai Carabinieri Forestali di Novara e Torino hanno scoperto la base operativa dei malviventi a Borgo Ticino

Razzia di pesci catturati con l’elettricità: blitz dei forestali in 3 regioni

Facevano razzia di pesci in corsi d’acqua anche protetti, utilizzando elettrostorditori, reti ed arpioni, poi li lavoravano e li esportavano illegalmente all’estero, con quantitativi che si avvicinano alla tonnellata di pesce da gennaio ad oggi.

Una vera e propria organizzazione di bracconieri che questa mattina all’alba è stata stroncata da una vasta operazione, denominata “Controcorrente”, dei Carabinieri Forestali di Torino e Novara che hanno eseguito perquisizioni e sequestri nelle provinicie di Novara, Varese, Milano e Ravenna. Sei cittadini rumeni e 2 italiani sono indagati in concorso per reati connessi al bracconaggio ittico, all’immisione in commercio di alimenti non genuini, al falso documentale ed all’uccisione di animali.

Le indagini condotte dal nucleo Cites di Torino, sotto la direzione della Procura della repubblica di Novara, è nata a seguito di segnalazioni da parte di pescatori che hanno riferito episodi di pesca di frodo sui principali corsi d’acqua del Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.

I carabinieri forestali con indagini sia di tipo tradizionale quali pedinamenti e appostamenti sia con strumentazione tecnologica all’avanguardia sono riusciti a documentare numerosi episodi di bracconaggio ittico, che avvenivano sempre nelle ore notturne ed in località difficilmente raggiungibili, alcune delle quali in aree particolarmente protette dal punto di vista ambientale come siti di Interesse comunitario e zone di protezione speciale.

Gli indagati utilizzando un ampio assortimento di mezzi ed attrezzature vietati dalla legge, riuscivano a catturare ingenti quantitativi di pesce che poi veniva trasferita in una cascina del novarese, nel comune di Borgo Ticino, utilizzato quale base operativa della banda. Nella cascina il pesce veniva lavorato e depositato in attesa della successiva cessione a ditte specializzate dell’est Europa.

I pesci, prevalentemente carpe e siluri, finivano poi nel mercato della Romania dove queste specie sono particolarmente apprezzate. Il volume d’affari dell’attività illecita è stato stimato in oltre 200 mila euro all’anno. Il pesce viaggiava con documentazione riportante dati falsi con riferimento sia alle autorizzazioni sia alla provenienza del pescato.

Nel corso delle perquisizioni, che hanno visto impiegati oltre 40 militari sui diversi obbiettivi, sono stati rinvenuti e sequestrati gommoni, reti, batterie di elevato voltaggio con eletrostorditori, arpioni e i veicoli utilizzati per le Battute di pesca. Ricca e abbondante anche la documentazione sulla attività illecita.

La pesca con corrente elettrica oltre che vietata, è altamente dannosa per l’ambiente in quanto causa la distruzione dell’ecosistema che in questo periodo è già in sofferenza per la pesante siccità.

Gli accertamenti proseguiranno al fine di individuare eventuali ulteriori soggetti e ditte italiane ed estere coinvolte nelle attività illecite.

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