Finalmente, a tre mesi e mezzo dall’omicidio, perpetrato il 5 giugno 2022, la Procura di Pavia lunedì 19 settembre ha rilasciato il nulla osta ai familiari di Thomas Achille Mastrandrea restituendo loro la salma: non saranno celebrate cerimonie funebri, lunedì prossimo, 26 settembre, dopo un breve saluto da parte dei suoi congiunti in obitorio, si procederà direttamente alla sua cremazione e poi le ceneri saranno conservate dalla moglie Giusy.
Com’è tristemente noto, Mastrandrea, che aveva appena 42 anni e risiedeva a Nicorvo, è stato ucciso con due colpi di fucile esplosi a distanza ravvicinata da un pensionato di 85 anni, Giovanni Vezzoli, nella casa di quest’ultimo a Gambolò. Quella maledetta domenica, nel primo pomeriggio, la vittima e Vezzoli avevano avuto un’accesa discussione con “oggetto” la madre di Mastrandrea, Graziella Maria Casnici, 59 anni, che prestava da tempo il proprio servizio per pochi euro al giorno, in nero, in quell’abitazione di campagna in via Cascina Nuova Litta come badante, prendendosi cura soprattutto della figlia disabile dell’anziano: il figlio pretendeva che il “datore di lavoro” della madre rispettasse le promesse e gli impegni assunti e la mettesse finalmente in regola contrattualmente.
Le indagini, tuttavia, hanno chiarito che l’alterco si era già “esaurito” nel momento in cui è stato perpetrato l’assassinio: Mastrandrea infatti, dopo quel duro confronto, aveva accompagnato la madre nella camera della casa che le era stata assegnata dal proprietario e l’aveva aiutata a raccogliere le sue cose e fare le valigie per andarsene. I due stavano lasciando l’immobile. E’ stato allora che l’ottantacinquenne ha improvvisamente imbracciato l’arma e fatto fuoco da pochi metri di distanza contro la sua vittima, che si era “attardato” per qualche istante prima di uscire in attesa della madre che si era scordata in stanza le sigarette ed era tornata a riprenderle. Una dinamica dinanzi la quale sarà difficile per l’assassino e i suoi difensori sostenere la tesi della “legittima difesa”.
L’inchiesta condotta dal Pubblico Ministero della Procura di Pavia, dott.ssa Diletta Balduzzi, attraverso i vari interrogatori, in primis proprio quello di Graziella Casnici che ha vissuto “in diretta” il dramma del figlio, l’acquisizione di tutte le testimonianze utili e la perizia autoptica, affidata nell’immediatezza al medico legale dott.ssa Federica Collini, aveva già stabilito degli indiscutibili punti fermi e un solido quadro probatorio a carico dell’imputato, a cui si imputa il reato di omicidio con l’aggravante della premeditazione e che dal giorno del misfatto si trova in stato di arresto presso la casa circondariale di Pavia.
Il Sostituto Procuratore, tuttavia, ha ritenuto di procedere ad ulteriori e ancora più approfonditi accertamenti tecnici irripetibili delegati al Ris di Parma e che si sono svolti a partire dal 28 luglio 2022 presso i laboratori parmensi dell’unità investigativa scientifica principe dei carabinieri. I cui periti, dalla disamina delle lesività sul corpo della vittima e dalla presenza dei residui di polvere da sparo, avranno il compito di stabilire con certezza, nella perizia che depositeranno, i fondamentali aspetti “balistici” del cruento omicidio, con particolare riferimento alla posizione e all’esatta distanza da cui Vezzoli ha sparato al povero Mastrandrea.
Un ulteriore scrupolo da parte dell’autorità giudiziaria per fare piena luce sui terribili fatti, e quindi giustizia, accolto con favore dalla moglie di Mastrandrea che per essere seguita e assistita, attraverso il consulente legale dott. Andrea Raimondi, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, unitamente all’avv. penalista del Foro di Milano Laura Bastia.
Il supplemento d’indagine tuttavia ha inevitabilmente allungato i tempi per il rilascio del nulla osta, necessario per chiudere almeno un capitolo della tragica vicenda, aumentando così lo strazio della signora Giusy già duramente provata, nelle scorse settimane, dall’annuncio da parte del difensore dell’omicida che, dopo aver depositato l’istanza di dissequestro dell’immobile teatro del crimine, chiederà anche la scarcerazione del suo assistito in ragione dell’età, proponendo evidentemente richiesta della misura alternativa degli arresti domiciliari: una circostanza accolta con estrema amarezza dalla moglie della vittima, fermamente contraria. “L’assassino di mio marito ha commesso un atto gravissimo, e l’ho ha fatto proprio con l’intenzione di uccidere: deve restare in carcere. Thomas non me lo restituisce nessuno: non posso pensare che chi me l'ha portato via in modo così violento e crudele possa continuare a vivere tranquillamente nella sua casa” commenta Giusy Bosco, confidando anche che le indagini preliminari possano concludersi al più presto - ci vorrà ancora almeno qualche mese - e che si possa arrivare così al processo e alla sentenza di condanna per l’assassino.