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Economia | 01 dicembre 2022, 07:00

Torino, città magica ed esoterica

Torino è famosa per essere una città magica ed esoterica, i racconti che ne parlano fanno riferimento a due misteriose energie che attraversano questa città, tanto da triangolarsi rispetto ad altri poli sparsi in Europa e nel Mondo.

Torino, città magica ed esoterica

Torino è famosa per essere una città magica ed esoterica, i racconti che ne parlano fanno riferimento a due misteriose energie che attraversano questa città, tanto da triangolarsi rispetto ad altri poli sparsi in Europa e nel Mondo. Il capoluogo piemontese sarebbe infatti al vertice dei triangoli della magia bianca e nera, rispettivamente collegati con Praga e Lione e con Londra e San Francisco.

Piazza Statuto, la Porta Decumana

Gli elementi a sostegno di queste tesi sono fisicamente presenti in punti precisi della città e oralmente tramandati dai racconti della tradizione. Piazza Statuto ad esempio è stato individuata come il punto dove effettivamente pulsa il cuore della magia nera di Torino. La sua posizione, sul 45 parallelo, dove peraltro indica l’obelisco, e il suo orientamento ad accogliere le tenebre verso occidente sono parte delle motivazioni, ma non solo. In epoca romana la piazza sarebbe stata utilizzata per molte esecuzioni e per stabilire una necropoli. Altre simbologie a sostegno di questa dualità sono la Porta Decumana, luogo di accesso agli inferi, e la Fontana dei Tritoni, centro della magia bianca.

Torino massonica

Non solo magia ma anche massoneria: Torino, città avvolta dai misteri, presenterebbe anche sparsi dei segnali di presenza massonica. Il Portone del Diavolo, simbolo di magia nera raffigurante il volto di lucifero contornato di serpenti, farebbe parte di un palazzo dove si sono consumati delitti ed eventi catastrofici che hanno portato certe diceria a consolidarsi, fino a parlare di spiriti e maledizioni.

Via Lascaris ospita poi, di fronte ad una vecchia residenza massonica, due fessure che vanno a ricreare un’espressione maligna. Tanti sono i serpenti, mostri e draghi scolpiti in giro per la città.

Piazza Solferino sarebbe un’altro indizio a rivelare la radice massonica presente nella città. La Fontana Angelica infatti, poco distante al monumento a Ferdinando I di Savoia, doveva essere inizialmente in Piazza San Giovanni. Fu poi lo scultore Giovanni Riva a decidere diversamente. Quattro figure scultoree, a rappresentare il ciclo delle quattro stagioni, si stagliano ai vertici della fontana. LE prime due, femminili, ritraggono Primavera e Estate, rappresentando lo stadio sacro e il profano dell’amore, in dualismo con la virtù e i vizi, e le due forme della conoscenza, ossia quella essoterica, visibile a tutti, e quella esoterica.

Le altre due statue, che rappresentano Autunno e Inverno, sono di sembianza maschili e dovrebbero raffigurare i mitologici guardiani delle Colonne d’Ercole. 

Diverse simbologie sono sparse anche da questo lato, come per esempio lo sguardo volto a Oriente di Inverno, la pigna, in contrapposizione al melograno dell’Estate, a rappresentare l’esoterico.

Tanti tour serali portano in giro per la città di Torino all’esplorazione delle stranezze che destano più curiosità ai visitatori. La città di notte si sveglia e tante sono le attività per intrattenersi con escort Torino.

Altra grande leggenda è riguardante la chiesa della Gran Madre, presumibilmente costruita sopra un tempio della dea Iside, detta “Grande Madre”. Ci sarebbe addirittura l’indicazione per il Santo Graal, data dalla statua della Fede.

La Sindone a Torino: verità o leggenda

Un altro grande mistero che avvolge la città di Torino è la presenza della Sacra Sindone, tela di tessuto che secondo le storie bibliche avrebbe impresso su di sé il volto di Gesù in seguito alla sua resurrezione. Studi approfonditi sui materiali della Sindone l’avrebbero ricondotta ad un periodo medievale. La cosa stupisce fino ad un certo punto data la massiccia fabbricazione di reliquie durante tutto il periodo del medioevo. Dopo più di un’analisi in laboratorio, si è stabilito che il lenzuolo risale a una data compresa tra 1260 e il 1390 d. C. La Chiesa Cattolica, per uscire da questo impasse e non dover dare giustificazioni, ha da sempre optato per riconoscerla non come reliquia, ma bensì come icona.

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