“Quando me lo sono trovato davanti l’ho subito riconosciuto. Era lui, l’uomo delle fotografie viste tante volte”.
Il colonnello Lucio Arcidiacono e la sua squadra del Ros dà la caccia a Matteo Messina Denaro da otto anni.
Intervistato da La Repubblica ha raccontato i momenti dell’arresto del boss latitante e anche cosa ha provato: “Un’emozione grande, mi sono arruolato nei carabinieri un anno dopo le stragi Falcone e Borsellino”. Arcidiacono ha raccontato anche le parole di Messina Denaro.
“Mi ha detto: ‘Lei lo sa chi sono io’. E poi ha aggiunto: ‘Mi chiamo Matteo Messina Denaro'”. “Le indagini di questi anni – ha aggiunto il colonnello dei Carabinieri – ci hanno sempre rassegnato l’immagine di un mafioso diverso dagli altri: prima stragista, poi aveva intrapreso un suo percorso, tutto dedito agli affari. Ebbene, oggi abbiamo avuto la conferma: è all’opposto dello stereotipo del classico mafioso di un tempo. Indossava un orologio molto costoso: un Richard Mille da 30mila euro.
E poi parla abbastanza bene, ha un tono di voce calmo, pacato”. Una volta portato nella sede dei Ros, Messina Denaro “ci ha fatto i complimenti per come lo avevamo trattato nelle fasi dell’arresto e poi ci ha dato atto del lungo lavoro fatto per arrivare alla sua cattura. In caserma gli abbiamo detto se voleva mangiare qualcosa, se voleva bere, se aveva bisogno di farmaci. Ci ha chiesto solo un po' d’acqua”, ha concluso Arcidiacono.
La notizia della cattura di Matteo Messina Denaro ha fatto il giro del mondo ed è stata tra le notizie più lette su quotidiani e siti internazionali.
La Bbc riporta l’arresto, pubblicando anche il video girato nella clinica di Palermo dove e’ stato fermato dai Carabinieri. Sul Guardian si racconta “come il mafioso impenitente abbia eluso la polizia per 30 anni”, sottolineando come l’uomo che “si vantava di aver ‘riempito un cimitero da solo’ è riuscito a rimanere nascosto senza allontanarsi da casa”. SkyNews dedica un lungo ritratto a “‘L’ultimo padrino'” che “rappresentava ‘tutti i segreti di Cosa Nostra’, citando esperti secondo i quali “non ci sono ‘grandi capi’ per sostituirlo”. La Reuters sottolinea che è stata “la malattia ciò che alla fine ha messo in trappola il principale latitante mafioso italiano”, riportando le parole del procuratore capo di Palermo Paolo Guido.
Per Le Monde, “l’arresto di Matteo Messina Denaro, ultimo ‘boss’ della mafia siciliana in fuga, chiude un ciclo della storia italiana”, mentre Le Figaro racconta di “come l’Italia abbia messo fine a 30 anni di fuga del padrino dei padrini di Cosa Nostra”. Grande risalto anche sulla stampa americana, con i principali giornali – dal New York Times al Washington Post al Wall Street Journal – che riportano la notizia dell’arresto con dovizia di particolari. Stessa attenzione gli dedicano anche Cnn e l’Associated Press. La ‘fama’ di Messina Denaro arriva fino nel sud-est asiatico: il Bangkok Post dedica un lungo articolo all’arresto del “boss spietato della mafia siciliana”.