Paola Egonu scende le scale dell'Ariston per la conduzione insieme ad Amadeus e Morandi della terza serata del Festival di Sanremo in un luccicante abito bianco che rende giustizia al suo corpo scultoreo.
"Ho i brividi di paura - spiega giustificando la scelta della canzone di Mahmood e Blanco per la prima discesa dalla scala del teatro -. Sono qui nel tempio della musica e ho intenzione di divertirmi".
Papà camionista e mamma infermiera, da piccola guardava Mila e Shiro e da lì la passione per la pallavolo. "Mio papà mi ha detto, provaci, è così è iniziato".
Paola Egonu ha portato un monologo in cui si racconta, cercando di fare chiarezza rispetto alle notizie che sono circolate negli ultimi tempi.
"Alcune frasi sono state strappate dal contesto, copiate e incollate e usate sui giornali come titoli per attrarre l’attenzione".
Per prima cosa ha ricordato i genitori e il grande sacrificio che hanno fatto quando era piccola: "Mamma e papà mi hanno permesso di vivere infanzia felice, mi hanno aiutata a trovare il mio percorso e mi hanno vista andare via di casa a 13 anni. Grazie perché per amore di me, avete rinunciato a me".
E sulla questione del razzismo usa una metafora. "Prendete di vari colori e mettete dentro l’acqua, la gente sceglierà quello trasparente, ma il contenuto è sempre uguale - aggiungendo - Sono stata accusata di vittimismo e di drammatizzare solo per aver raccontato brutte esperienze vissute".
Parole usate forse anche per cercare di smorzare i toni di questa mattina in conferenza stampa, quando la pallavolista ha accusato l'Italia di essere un Paese razzista.
"Amo l’Italia vesto con orgoglio la maglia azzurra che per me è la più bella del mondo, ho un profondo senso di responsabilità verso questo Paese".
Infine, un cenno allo sport e al senso di sconfitta: "Nello sport la sconfitta non è solo quando perdi la partita. Dalle sconfitte più grandi possono nascere le vittorie più importanti. Vasco Rossi perse proprio su questo palco, eppure oggi è il cantante che conosciamo".