All’Ospedale Niguarda di Milano una storia di “straordinaria generosità familiare”. Il 15 dicembre 2006 il Signor Antonio, 60enne, sta per ricevere in dono da uno dei suoi figli il lobo destro del fegato. Grazie alla generosità di suo figlio, l’intervento, per quanto complesso e delicato, andò come sperato ed entrambi lasciarono presto l’ospedale. Ma quello che né Antonio né la sua famiglia potevano immaginare è che purtroppo a distanza di circa 17 anni anche sua moglie, la signora Anna, si sarebbe ammalata, trovandosi nella condizione di dover essere trapiantata. Ancora una volta, la famiglia si riunisce e gli altri due figli della coppia si propongono come potenziali donatori, spinti anche dall’enorme impatto positivo che il gesto del fratello anni prima aveva prodotto nella loro famiglia.
A gennaio 2023, quindi, l’equipe della Chirurgia Generale e dei Trapianti dell’Ospedale Niguarda inizia la delicata fase di studio di compatibilità dei due ragazzi e stabilisce quale sia il candidato più idoneo alla donazione. Meno di due mesi e il team di Niguarda (coadiuvato dal Centro Regionale Trapianti e dal Tribunale di Milano) permette di replicare all’interno della stessa famiglia quello straordinario gesto di altruismo che anni prima aveva permesso al papà di salvarsi. “Questa famiglia meravigliosa rappresenta per tutti un grande esempio di coraggio, altruismo e fiducia- commenta Luciano De Carlis, Direttore del Niguarda Transplant Center e Presidente della Società Italiana dei Trapianti d’Organo – e noi continueremo a prenderci cura di tutti loro per i necessari controlli che seguiranno. Proprio in questi giorni, il 16 aprile, ricorre la Giornata Nazionale della Donazione di organi e in questa occasione la loro storia è ancora più simbolica. Tutti insieme hanno lanciato un importante messaggio di solidarietà e generosità: la donazione è vita”.
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