Andando più a fondo emerge una verità un po’ diversa. Il fatto capita domenica pomeriggio. Siamo a Parabiago, nel parco del Roccolo ma in un’area a ridosso delle abitazioni, frequentata specie nel dì festa da famiglie, talvolta, coi loro ‘amici a quattro zampe’. Tanto più debbono aver pensato i familiari di Uma in una giornata di sole come quella della domenica appena passata.
Purtroppo per Uma cucciolona di Rottweiler di 12 mesi, un momento all’aria aperta si trasforma in tragedia. Già perché la testa del molosso viene stata fatta letteralmente esplodere sono gli occhi impietriti del suo padroncino, un ragazzino di 13 anni.
Si badi, il ragazzino non era a spasso da solo col il suo cane di grossa taglia: c’era anche la mamma. La prima a denunciare il fatto sia sui social, sia ovviamente presso la locale caserma dell’Arma dei CC. Ora attendiamo la ricostruzione esatta dei fatti dalle autorità inquirenti, se mai ci sarà.
Ma ci sono degli elementi inconfutabili. L’uomo andava in giro armato a 160 metri dalle case. Sostiene che il cane correndogli incontro abbia aperto le sue ‘fauci’….. Se anche così fosse stato non avrebbe potuto sparare un colpo per aria??? Altrove abbiamo letto un’altra versione ancora: l’avrebbe scambiato per un animale selvatico…
Detto questo, soprattutto è normale che i cacciatori – i cui incidenti anche mortali tra di loro sono talvolta notizia di cronaca – possano girare armati, in un parco sovracomunale ma che ormai ha una funzione volta alla fruizione del territorio da parte dei cittadini?
Indubbiamente la lobby dei cacciatori nella nostra Regione è forte. Tant’è che a quanto pare la normativa regionale lo consente.
Ma a noi pare, almeno in questa fattispecie, che quella del Legislatore sia una posizione assolutamente superata e soprattutto pericolosa per le persone che nel loro tempo libero vogliono magari godersi spazi di libertà in sicurezza e tranquillità. Sarebbe il caso di metterci mano. Per evitare incidenti tragici che potrebbero riguardare anche noi umani…
Intanto, un cane è morto, ammazzato in modo barbaro, una famiglia è visibilmente affranta e prova (giustamente) rabbia e dolore per quanto successo.
Un ragazzino è sotto shock perché quel proiettile (secondo la dinamica finora emersa) avrebbe potuto centrare anche lui che non era affatto distante dal suo amico a quattro zampe centrato dal cacciatore, che forse ‘sentiva’ ancora l’adrenalina da rientro da battuta di caccia…
Altro dato inconfutabile. L’operaio 44 enne denunciato, appassionato cacciatore, aveva in casa una specie di Santa Barbara: ben sette fucili, va sottolineato regolarmente denunciati, ma che forse (visti i fatti) è meglio che ora siano nelle mani responsabili e sicure dell’Arma dei Carabinieri.
di Fabrizio Valenti