Fiumi di champagne. Ma non arrivavano dalla Francia verso enoteche e ristoranti italiani, ma dal nord Italia tornavano nel Paese transalpino.
La Guardia di finanza del comando provinciale di Milano, con il coordinamento dell’ufficio della procura europea, ha scoperto “un vorticoso giro di fatture soggettivamente false” che, dal 2015 al 2021, ha generato un fatturato di oltre 850 milioni di euro, da cui deriva un’evasione dell’Iva per circa 170 milioni.
Per questo, su ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Milano, sono state arrestate cinque persone -di cui tre in carcere e due ai domiciliari, i collaboratori dei primi tre- ed è stato notificato l’obbligo di dimora a un sesto indagato, uno dei principali beneficiari dell’operazione, definito dai militari “un facoltoso imprenditore italiano del settore delle bevande alcoliche”.
Allo stesso tempo, i militari hanno eseguito un sequestro preventivo di oltre 220 milioni di euro, pari al profitto dell’associazione di cui facevano parte gli indagati e all’Iva evasa.
L’indagine è nata dall’approfondimento su anomale vendite di ingenti partite di champagne dall’Italia alla Francia.
Le investigazioni delle Fiamme gialle, condotte attraverso l’analisi della documentazione acquisita a diversi soggetti economici e riguardante operazioni di compravendita di grandi quantità di bevande alcoliche, hanno portato alla scoperta di una filiera societaria fraudolenta che, sfruttando il meccanismo dell’Iva intracomunitaria, ha inserito nei circuiti commerciali legali prodotti a prezzi più bassi di quelli di mercato.