Al giorno d’oggi, è praticamente impossibile non aver mai sentito parlare di olio di CBD. Per amor di precisione, si ricorda che la popolarità del prodotto è esplosa nel 2020 con la quarantena da Covid. Quel momento di rottura, ancora fisso nella memoria di tantissime persone, ha portato a galla un livello di stress non solo alto, ma anche difficile da gestire perché di una tipologia ancora non conosciuta.
L’olio di CBD ha aiutato molto. Si tratta di un rimedio naturale molto particolare, legato a una pianta sulla quale si dicono tante cose, spesso senza conoscenze effettive.
Alla luce di ciò, nelle prossime righe abbiamo creato un elenco di cinque punti da conoscere se si ha intenzione di informarsi bene su un prodotto che, anche a emergenza sanitaria finita, continua a macinare ottimi numeri.
L’olio di CBD si può trovare online
L’olio di CBD può essere acquistato comodamente online su e-commerce legali come il celebre CBWEED, punto di riferimento anche per l’acquisto di numerosi altri prodotti a base di cannabis.
Attenzione: si tratta di portali che vendono prodotti che devono rispondere a caratteristiche specifiche. Innanzitutto il livello di THC deve essere compreso entro livelli determinati, dallo 0,2 allo 0,6%.
In secondo luogo, il venditore deve essere in grado di fornire all’acquirente tutti i certificati attestanti l’utilizzo di materie prime regolarmente registrate al Registro Europeo delle Sementi.
L’olio di CBD non è psicoattivo
L’olio di CBD ha come ingrediente principale il cannabidiolo. Metabolita della cannabis isolato per la prima volta nel 1940, a differenza del THC - fino a qualche anno fa detentore del trono di cannabinoide più celebre - non altera le percezioni fisiche e mentali.
Riesce anzi a mitigare gli effetti psicoattivi che il THC provoca.
Il CBD che si assume tramite l’olio non è puro
Quando si assume l’olio di CBD, non si ingerisce il cannabidiolo in forma pura. Sarebbe, di fatto, impossibile per l’organismo assimilarlo. Per fortuna, a questo problema si può ovviare con un alleato semplice e benefico: l’olio vettore.
In questo composto è diluito il cannabidiolo e l’organismo dell’utilizzatore ne trae diversi vantaggi.
L’olio vettore, infatti, può essere di diverse tipologie. Qualche esempio? L’olio di semi di canapa, fonte di preziosi acidi grassi come gli omega 3 e gli omega 6, noti per la loro efficacia antiossidante.
Alcune aziende optano per l’olio d’oliva, i cui benefici contro i radicali liberi e l’infiammazione sono più che noti.
L’olio di CBD non va assunto in gravidanza e in allattamento
Ad oggi, le evidenze scientifiche relative alla sicurezza del prodotto sulle donne incinte e sul neonato allattato al seno non sono sufficienti per raccomandarlo.
Non esistono indicazioni specifiche riguardanti i dosaggi
Chi assume per la prima volta l’olio di CBD rimane spesso sorpreso nel sapere che no, non esistono dosaggi consigliati e validi per tutti. I motivi sono diversi. Il primo riguarda il fatto che ogni corpo reagisce in maniera differente. Il secondo, invece, l’assenza di effetti collaterali.
Come è quindi opportuno muoversi? Iniziando con un prodotto di purezza minima, ossia pari al 5%.
Si parte con poche gocce e, monitorando le reazioni del corpo, si valuta se aumentare di giorno in giorno.
L’olio di CBD fa bene anche ai nostri amici animali
Uno dei motivi del successo dell’olio di CBD riguarda i suoi benefici per i nostri amici animali domestici, per i quali siamo sempre più propensi a spendere cifre importanti.
Attenzione: può essere da loro assunto solo in formulazioni specifiche per animali domestici, acquistabili su e-commerce come quello sopra menzionato e presso negozi fisici dedicati.
Le proprietà? Diverse, dall’efficacia antinfiammatoria fino al controllo dei sintomi della sindrome abbandonica, un problema che rende difficile la vita di numerosi proprietari sia di cani, sia di gatti.