Il professor Massimo Galli non ha pilotato i concorsi della Statale di Milano né abusato dei propri poteri d’ufficio ma va comunque condannato a 1 anno e 4 mesi per falso. È la decisione del tribunale di Milano nel processo all’infettivologo, ex primario dell’ospedale Sacco in pensione e tra i professori più noti durante la pandemia Covid, accusato dai pubblici ministeri di Milano Carlo Scalas ed Eugenia Baj Macario di turbativa d’asta (o in alternativa abuso d’ufficio) e falso in concorso per aver truccato concorsi di professori e ricercatori dell’Università Statale di Milano a vantaggio del suo collaboratore Agostino Riva e a svantaggio del primario del Niguarda Massimo Puoti.
Accusa caduta, alla lettura del dispositivo (ieri) da parte del collegio dei giudici Bertoja-Cantù Rajnoldi-Taricco, che assolvono perché il fatto non sussiste il 73enne e per non aver commesso il fatto il suo collaboratore. Rimane in piedi la “falsità”, legge in aula la presidente Antonella Bertoja, del verbale numero 2 del 14 febbraio 2020 della commissione di cui Galli ha fatto parte nel 2020 e che, oltre a essere membro dell’Università interessata dal posto bandito, avrebbe preferito Riva a Puoti, con un punteggio di 69,9 contro 67,4. Una falsità legata alla chiusura degli orari del verbale sulla “valutazione dei candidati” e non corrispondenti al vero. Per quell’episodio Galli va condannato a 16 mesi con la concessione delle attenuanti generiche equivalenti e la non menzione della sentenza nel casellario penale. “Ho dimenticato di correggere una data”, si sfoga il virologo dopo la lettura del dispositivo affiancato dai difensori Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern. “Sono finito in questa storia per un’intercettazione di due persone a me ostili in cui mi si attribuiva l’intenzione di falsare concorsi”, ha aggiunto dicendosi “felice” per l’assoluzione del proprio collaboratore, ritenuto una persona di alto profilo nelle ricerca in campo europeo. Galli si dice sicuro di poter ottenere una sentenza di assoluzione piena nei successivi gradi di giudizio. La ‘falsità’ del verbale la prova a spiegare, come già fatto in aula durante il suo interrogatorio, collegandola al periodo che l’Italia e il mondo stavano attraversando nelle prime settimane di diffusione del covid.
Erano “giorni frenetici”, dice, e “basta leggere la copia della rivista scientifica per vedere che il 14 febbraio 2020 parte un lavoro importante dal mio gruppo. In tutta franchezza ero più attento quello che ad altre cose, era il primo lavoro sul Covid che datava la penetrazione del virus nella popolazione umana. Certo non sono gare, però era un lavoro importante”.