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Ultim'ora | 21 maggio 2025, 12:23

Ruusuvuori: "Pensavo di essere impazzito. Match con Sinner? La gente non sapeva"

Ruusuvuori: "Pensavo di essere impazzito. Match con Sinner? La gente non sapeva"

(Adnkronos) -

Emil Ruusuvuori esce allo scoperto e spiega che la vita del tennista non è solo lusso e viaggi di sport in giro per il mondo: "Tre anni fa a Miami - ha raccontato il finlandese in un'intervista ai canali ufficiali dell'Atp - ebbi il primo vero attacco di panico. Non riuscivo a respirare, la mia mente era impazzita. Qualche giorno dopo portai

Sinner

al terzo set, ma nessuno poteva sapere ciò che stavo vivendo. A Montreal mi ritirai con la scusa di un virus intestinale e da quel giorno non toccai più la racchetta per quattro mesi e mezzo". 

Il tennista finlandese, nell'intervista, non ha risparmiato dettagli: "Al Roland Garros ho capito che si stava esagerando, perché quello che succedeva nella mia testa durante i tornei ha iniziato a influenzare la mia vita fuori dal campo. Non riuscivo a dormire bene, al punto che ho iniziato ad avere incubi. Mi svegliavo sudato con il cuore che batteva all'impazzata e non riuscivo a respirare. Pensavo di essere impazzito. La mattina mi svegliavo e andavo ad allenarmi, ma non ero lì. Era diventata una questione di routine. Quando è arrivato il momento del mio match di primo turno a Parigi, mi è sembrato di non essere davvero in campo". 

Nemmeno il riposo ha cambiato la situazione per l'ex numero 34 del ranking: "Ho provato a prendermi una o due settimane di stop, per vedere se mi avrebbe aiutato prima di andare a Surbiton per un evento. Invece ho avuto un attacco di panico in campo. Vorrei dirvi cosa ho provato, ma non ricordo bene la partita. Come potete immaginare, queste cose erano molto spaventose. Ho iniziato ad avere attacchi di panico fuori dal campo, anche quando guidavo. Durante Wimbledon, dovevo uscire dalla strada, fermarmi e scendere dall'auto perché a volte mi sembrava di poter svenire. Non avevo alcun controllo. In qualche modo sono arrivato al terzo turno del torneo, ma per metà del mio match contro Giovanni Mpetshi Perricard sono svenuto mentalmente. Ricordo solo che volevo correre fuori dal campo". 

Dopo un periodo di difficoltà, il tennista finlandese ha raccontato con coraggio i suoi problemi di salute mentale: "Negli ultimi dieci anni la mia vita è stata molto costante. Pensavo sempre alla prossima partita, al prossimo torneo. Tutto era in movimento, ma all'improvviso non c'era più niente. Non provavo più gioia in niente".  

Ruusuvuori ha poi spiegato: "Non stavo più competendo in campo, stavo lottando per alzarmi dal letto. Mi sono anche chiesto se volessi davvero vivere. È stato spaventoso, ancora peggio è stato vedere come tutto ciò abbia colpito le persone a me più vicine". E ancora: "Sono riuscito a realizzare il mio sogno e diventare un tennista. Proprio perché ce l’ho fatta, pensavo che avrei dovuto fare di tutto per continuare. Non parlavo dei miei problemi mentali perché lo vedevo come una debolezza. E forse è proprio questa la parola chiave. Per me, nello sport, non dovevano esistere. Mostrare vulnerabilità significava non essere forte. Se la mia storia aiuterà anche solo una persona, allora sarà valsa la pena. Se non stai bene, non c’è niente di più importante che aiutare te stesso. Non tenerti tutto dentro". 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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