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Cronaca | 11 giugno 2025, 19:54

Caso Garlasco: Procura di Pavia a lavoro su rebus scarpe assassini

Per i magistrati pavesi - a differenza di quanto sostengono tutte le sentenze - l'omicidio non è stato commesso da un solo killer

Caso Garlasco: Procura di Pavia a lavoro su rebus scarpe assassini

La Procura di Pavia procede nella nuova inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi, ma l'ipotesi di più assassini che si muovono sul pavimento della villetta di via Pascoli a Garlasco pone un rebus su cui gli inquirenti - con l'aiuto di consulenti esperti in tecniche geomatiche ossia nello studio delle tracce ematiche e nella ricostruzione della dinamica del crimine -, stanno cercando risposta. Nella nuova indagine sul delitto del 13 agosto 2007 Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è indagato per l'omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, l'allora fidanzato della vittima condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto di quasi 18 anni fa.

Per i magistrati pavesi - a differenza di quanto sostengono tutte le sentenze - l'omicidio non è stato commesso da un solo killer. Ma che l'assassino sia uno tutti i giudici lo deducono dalla dinamica del delitto e dalla presenza di un solo tipo di suola a pallini insanguinata trovata sul pavimento del piano terra dell'abitazione. Impronta che da una perizia disposta dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano è stata identificata come scarpa marca Frau numero 42. E' la stessa fabbrica produttrice a sentenziarlo: c’è un margine di un mezzo numero, mezzo centimetro. Una perizia che non calza con Sempio che indossa il 44. Se si prende per buona la perizia che ha portato alla condanna di Stasi, quella suola a pallini impressa anche sul tappetino del bagno potrebbe essere di Ignoto, ossia dell'altro Dna maschile (non attribuito dalla Procura di Pavia a Sempio) trovato sulle unghie della ventiseienne a cui si prova da tempo a dare un nome.

Se così fosse, però, agli inquirenti restano due quesiti: come ha fatto Sempio a non lasciare le sue orme quando è entrato per uccidere? E come ha fatto Stasi a non lasciare le sue impronte quando ha scoperto il corpo senza vita? La tesi che ha portato alla condanna è che il fidanzato abbia ucciso Chiara Poggi poco dopo le 9, sia poi tornato a casa e abbia finto di lavorare alla tesi, quindi solo poco prima delle ore 14 abbia dato l'allarme tornando in via Pascoli. Per i giudici della Cassazione la scoperta della vittima è una menzogna. Stasi non è mai rientrato nella villetta e a provarlo sarebbe proprio l'assenza delle sue orme sul pavimento. Delle impronte della Lacoste che indossava quando va dai carabinieri non c'è traccia eppure una perizia ordinata dai giudici nell'appello bis certifica che sarebbe stato impossibile evitare le macchie di sangue scendendo i due gradini della scala (come afferma a verbale): per lo Stasi 'scopritore' è dello 0,00038% la possibilità di avere le suole pulite se si ferma al primo gradino, è dello 0,00002% se scende anche il secondo gradino per i periti Gabriele Bitelli, Luca Vittuari e Roberto Testi.

(Afe/Adnkronos)

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