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Attualità | 17 gennaio 2018, 16:03

Influenza, è scontro fra medici di base e assessore al Welfare Gallera, sul tema delle visite a casa

Nella missiva, inviata dal presidente di Amf Vigevano e Lomellina Giorgio Rubino, c'è la ferma replica all'invito del dirigente del servizio sanitario lombardo di incrementare gli interventi a domicilio per evitare il sovraffollamento dei pronto soccorso, in queste settimane caratterizzate dal picco massimo delle sindromi influenzal, si contano circa 3 mln di malati

Influenza, è scontro fra medici di base e assessore al Welfare Gallera, sul tema delle visite a casa

E' un vero e proprio scontro quello fra l'assessore al Welfare, Giulio Gallera e le associazioni dei medici di base lombardi, sul tema delle strategie per affrontare l'emergenza del sovraffollamento dei pronto soccorso, dovuta in questo periodo al picco massimo dell'influenza. Il dirigente del servizio sanitario lombardo, aveva sottolineato l'esigenza di incrementare le visite a domicilio da parte dei medici di famiglia attraverso le Ats. Da più parti non si sono fatte attendere le reazioni critiche e sdegnate, dei sindacati di categoria ed associazioni dei medici di base. Il presidente di Amf di Vigevano e Lomellina Giorgio Rubino, ha inviato una lettera aperta all'assessore Gallera, che vi riportiamo integralmente, nella quale si mettono in evidenza tutte le incongruenze delle richieste operate dal dirigente del servizio sanitario lombardo.

"Egregio Assessore Gallera, ci scusiamo per il ritardo con cui rispondiamo alle sue dichiarazioni di stampa nelle quali attribuisce la colpa dell'affollamento dei Pronto Soccorso ai Medici di Famiglia, chiedendoci di aumentare il numero di visite domiciliari: eravamo purtroppo impegnati a fronteggiare in prima linea il picco influenzale - spiega Rubino-. In un periodo infatti in cui si viaggia fra le 5 e le 7 domiciliari al giorno le sue affermazioni ci hanno lasciato esterrefatti, innanzitutto poiché davvero non suffragate dai numeri e quindi perché dimostrano una notevole confusione sui ruoli e sulle cause dei disagi.

Saremo brevi ma non possiamo tralasciare le basi - prosegue il presidente di Amd Vigevano e Lomellina- l'Accordo Collettivo Nazionale in vigore prevede visite domiciliari gratuite solo per pazienti non trasportabili. Detto ciò, appare chiaro che se un paziente si reca in Pronto Soccorso significa che lo stesso era trasportabile e poteva quindi recarsi in ambulatorio dal proprio medico curante.

Appare dunque necessario che l'Assessore faccia un'affermazione in più e chiarisca se intendesse dire che i Medici di Famiglia devono aumentare il numero di visite a pagamento da parte dell'assistito o se Regione Lombardia intenda farsi carico di prestazioni non comprese nell'Accordo Nazionale vigente.

Peraltro è evidente che ampliare l'offerta di visite domiciliari ad assistiti che possono essere visitati con maggior efficacia nei nostri ambulatori, comporterebbe una riduzione degli orari di apertura degli ambulatori stessi, con conseguente certo aumento degli accessi al Pronto Soccorso.

Affermare poi che questi ultimi sono affollati a causa del ridotto numero di visite domiciliari eseguite dai Medici di Famiglia significa nascondere i veri problemi di quei reparti, ovvero la carenza cronica di personale e la mancanza di posti letto per ricoveri, senza i quali i pazienti restano ad affollare i Pronto Soccorso. Non secondaria è poi anche la mancanza di una chiara comunicazione nei confronti del cittadino su modi, tempi e luoghi per approcciare il Servizio Sanitario, -dice Rubino-quasi come se fosse più "elettoralmente conveniente" evitare di definire con chiarezza diritti e doveri.

In ogni caso tutte queste risposte dovrebbero venire dal Servizio Sanitario Regionale, ovvero da lei, Assessore Gallera e non già dai Medici di Famiglia che il loro dovere lo fanno quotidianamente, mettendoci la propria faccia e la propria opera.

Se invece l'Assessore fosse a conoscenza di casi nei quali qualche collega non avesse rispettato le indicazioni contrattuali, proceda per le vie legali anziché prodursi in esternazioni che, lungi dal risolvere i problemi, producono soltanto un inasprimento di rapporti che invece dovrebbero tendere il più possibile alla collaborazione. Ad esempio, -conclude Rubino- l'Assessore potrebbe farsi promotore di un progetto volto a facilitare l'ingresso della tecnologia diagnostica nei nostri ambulatori, fatto che contribuirebbe ad alleggerire il carico di lavoro dei presidi ospedalieri, in primis il Pronto Soccorso.

Se vuole, i Medici di Famiglia, come sempre, ci sono".

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