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Cronaca | 09 febbraio 2018, 11:00

“Io, rovinato dal gioco” - La storia di un imprenditore vigevanese, fallito per le slot machine. “Mi giocavo tutti gli incassi alle macchinette”

Ora la sua azienda edile ha chiuso i battenti soffocata dai debiti. La nostra provincia si conferma detentrice del triste primato italiano per la spesa nel gioco d'azzardo

“Io, rovinato dal gioco” - La storia di un imprenditore vigevanese, fallito per le slot machine. “Mi giocavo tutti gli incassi alle macchinette”

Luigi (nome di fantasia), 47 anni, da più di trenta risiede a Vigevano. A fine anni novanta apre un’impresa edile, che negli anni impiega anche decine di operai. Poi la parabola discendente, iniziata con la crisi del mercato immobiliare e terminata con il dramma della ludopatia.

“Tutto è cominciato al bar, giocandomi il denaro contante, frutto dei piccoli pagamenti dei clienti privati, alle slot machine. Poi le sale giochi e infine le vlt, le videolottery, dove non c’è la gettoniera e le monete da due euro sono sostituite dalle banconote. Si può inserire direttamente un pezzo da cinquanta o da cento euro, e le giocate singole possono arrivare a dieci euro. In pochi minuti puoi lasciarci anche 500 euro”.

Il racconto parte da un drammatico giorno di fine ottobre. “Mi era stato da poco accreditato un bonifico sul conto corrente, poco più di quattromila euro, saldo di un lavoro di ristrutturazione da poco terminato. Ho pagato un bollettino postale, mi sono recato al supermercato per una spesa essenziale, poi in tabaccheria per una stecca di marlboro. 120 euro in totale, e via subito al bingo di Mortara a giocarmi il resto”.

La sala, nei locali attigui al centro commerciale, è aperta dalle dieci del mattino fino a notte fonda. Al suo interno, oltre ai tavoli riservati alla tombola, c’è un ampio spazio a libero accesso, aperto anche ai fumatori, in cui sono presenti una trentina di macchine slot e vlt. Si inseriscono direttamente le banconote e le vincite sono restituite sottoforma di ticket, rimborsabile alla cassa.

In poche ore tutte le quattromila euro sono evaporate, tritate nell’illusione della vincita facile, bruciate dalla tentazione compulsiva delle macchine mangiasoldi.

“Sono rientrato a casa tremando, disperato. L’indomani avrei dovuto pagare alcuni collaboratori, ma il conto era ormai azzerato. Quando sono a casa o al lavoro, la situazione mi sembra chiara e sotto controllo, riesco a organizzare e programmare tutto al meglio. Ma quando sono in quelle sale maledette non ragiono più. Più perdo, più gioco, con la speranza di recuperare. In realtà non si fa altro che peggiorare la situazione e indebitarsi”.

Il tema è caldo, la ludopatia un’emergenza, tanto da essere inserita tra le “dipendenze” curate dai Serd, i servizi pubblici del Sistema Sanitario Nazionale italiano, dedicati alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione delle persone che hanno problemi conseguenti all'abuso e alla dipendenza di sostanze psicoattive come droghe o comportamenti compulsivi come il gioco d'azzardo patologico.

Slot machine, videopoker, videolottery. Sono oltre cinquecentomila gli apparecchi elettronici da divertimento legalmente installati in tutta Italia. La provincia di Pavia è balzata all'onore delle cronache come detentrice del primato italiano per la spesa nel gioco d'azzardo, sia come importo giocato pro capite che come percentuale di Pil provinciale speso nei giochi. Il New York Times di venerdì 27 dicembre sottolineava in prima pagina, in un articolo di spalla, come la città avesse questo triste primato. 

Oggi Luigi vive di lavoretti, “qualcuno mi chiama ancora come muratore”. L’azienda è chiusa, fallita sotto il peso dei debiti. “Mi sono giocato anche diecimila euro in un mese. Ora sto cercando di uscire da questo tunnel, con l’aiuto di un’associazione e di uno psicoterapeuta. Per vivere ho venduto un appartamento”.

Poi lancia un messaggio, affinché politici e istituzioni prendano a cuore il problema, prima che l’emergenza si trasformi in una piaga sociale irreversibile. “Dobbiamo fermare il proliferare delle slot nei bar, nelle tabaccherie, e l’apertura di nuove sale giochi. Un conto è recarsi al casinò due volte all’anno, un altro è trovarsi le macchinette sotto casa”

E’ di pochi giorni fa la conclusione di un lavoro di Regione Lombardia che ha visto coinvolti quasi 500 ragazzi delle scuole superiori di tutte le province con i loro progetti ‘anti azzardo’.

“Si tratta del risultato più bello di questi anni di lavoro che Regione Lombardia ha svolto per combattere la piaga della ludopatia, tenendo conto che proprio i più giovani rappresentano una delle categorie più esposte alla trappola di questa piaga sociale” ha scritto in una nota l’assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del Suolo e Città metropolitana della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi. “Come confermato da uno studio condotto su oltre 11.500 studenti dalla Casa del giovane di Pavia e dalla Fondazione Exodus in collaborazione con l’Università Bicocca il 14% dei ragazzi spende settimanalmente in azzardo e un terzo di loro lo fa addirittura tutti i giorni. Il 34% degli studenti minorenni gioca quotidianamente online, mentre con l’arrivo della maggiore età si aprono le porte delle sale slot. Proprio per continuare questo percorso iniziato grazie alla collaborazione con l’Ufficio scolastico Regionale – ha concluso Beccalossi – nei giorni scorsi abbiamo stanziato ulteriori 1,3 milioni di euro che serviranno a finanziare altre iniziative di formazione e sensibilizzazione contro questa piaga sociale in tutto il territorio regionale, dedicate agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie”.

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