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Attualità | 30 marzo 2018, 10:49

Costruiamo un export a misura di Piccole e Medie Imprese Missione a Toronto per quattro aziende

Internazionalizzazione è pianificazione del futuro. Confartigianato Lomellina: «Ripresa è anche ricerca di nuovi mercati e investimento sul Made in di qualità e fortemente personalizzato». Campari (servizio Internazionalizzazione/Area Business di Artser): «Solo toccandolo con mano si comprende davvero un Paese»

Costruiamo un export a misura di Piccole e Medie Imprese Missione a Toronto per quattro aziende

Una missione in Canada a misura di piccole e medie imprese artigiane e industriali e un obiettivo: pianificare il futuro. Perché export non per forza è tutto e subito. Export è preparazione, approfondimento e presa di coscienza dell’importanza di un investimento che, in prospettiva, potrebbe rivelarsi fondamentale.

«Il 2017 si è chiuso con indicatori positivi relativi all’export ma, dietro le cifre, c’è un dato forse più rilevante sul quale il territorio deve riflettere e impegnarsi – spiegano da Confartigianato Imprese Lomellina – Ovvero che questo, più di altri, è il momento di investire sul made in Italy ad altissima vocazione artigianale, rappresentato dall’unicità dei prodotti delle Pmi». Perché il mercato, a lungo andare, premierà soprattutto la capacità di differenziare e personalizzare.

«E’ per questo che, dopo l’accordo di collaborazione siglato nel luglio dello scorso anno con l’Italian Chamber of Commerce of Ontario, approfondimenti dedicati al Ceta e un percorso di preparazione molto articolato, la scorsa settimana quattro Pmi hanno avuto la possibilità di prendere parte alla due giorni del Think Canada Global Business Summit di Toronto, uno dei più importanti eventi dedicati agli investitori interessati ad avviare rapporti con il Canada» dice Matteo Campari, Internazionalizzazione/AreaBusiness di Artser, la società di servizi di Confartigianato Imprese Lomellina.

Una trasferta, quella della scorsa settimana (20-21 marzo), non scontata alla quale Epis Santino di Epis Stefano & C. di Arcisate (produzione di manufatti in cemento), Officina meccanica Bazzigaluppi Mario di Bazzigaluppi Gianfranco di Vigevano (produzione di stampi, sagome, portastampi), ML Engraving Srl (incisioni laser su stampi) di Bergamo, ed S.C. 2 di Costanzo Carlo (pezzi stampati per automobili) hanno partecipato approfittando, da un lato, della possibilità di prendere parte a workshop e approfondimenti in tema di diritto societario e dell’immigrazione, fiscalità, giuslavorismo e Ceta e, dall’altro, di incontri vis-a-vis con aziende canadesi interessate a conoscere il valore del Made In di Varese e della Lomellina.

Al trentacinquesimo piano dell’Ontario Investment and Trade Centre, accanto alle Pmi italiane, aziende in arrivo da mezzo mondo perché, «come ci rivelano i numeri ma, soprattutto, l’esperienza diretta acquisita nel corso della trasferta, il Canada è una porta aperta sul mondo, un crocevia di nazionalità e opportunità nel settore casa e costruzioni innanzitutto, ma non solo».

«E questo, chi ha preso parte a questa missione, lo ha ben compreso, così come ha compreso che conoscere una nazione da vicino, respirarne l’aria, comprenderne atmosfera, usi e costumi rappresenta un valore aggiunto per pianificare un percorso di internazionalizzazione non improvvisato e compatibili con dimensioni e aspettative aziendali» prosegue Campari.

«Stiamo investendo su questo, sull’aiutare le Pmi a comprendere che è necessario uscire dal guscio e concentrarsi su nuovi mercati anche a fronte delle difficoltà congiunturali che permangono a livello nazionale, per riflettere concretamente sul futuro». E non rimanere esposti ai soli venti del mercato interno.

L’export, l’innovazione e la formazione – anche linguistica – sono leve di competitività. Per chi intercetta nuovi mercati e per il nostro territorio, che ne beneficia a livello occupazionale e di crescita, garantendo anche ai giovani opportunità lavorative mai tanto interessanti all’interno delle piccole e medie imprese.

Il caso di Luca Epis, della Epis Stefano & C., è emblematico: «Ha compreso – rivela Campari – quale valore aggiunto potrebbe portare all’edilizia canadese e ora sta pensando ad un percorso per implementare la conoscenza della lingua inglese destinato a tutti gli addetti dell’azienda».

Si comincia così: dall’orgoglio di poter raccontare ciò che si fa e da quello di poter agganciare un mercato che ha sempre più voglia di made in Italy. Come ha rivelato alla delegazione di Pmi, Nicola Capomasi, imprenditore italiano che in Canada ha trovato l’altra America, «un’economia sana, regole chiare, un governo stabile e un Paese ricchissimo di materie prime e di investitori provenienti da tutto il mondo disposti a premiare chi è pronto a fare la differenza». 

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