Una 357 magnum, rubata, con sei colpi nel caricatore ma con sé aveva anche circa 60 proiettili di cui 3 sparati davanti al carcere di Sanremo. Questa notte il killer che ha ucciso Deborah Ballesio, Domenico Massari, si è costituito poco prima dell’una, alla casa circondariale in Villa Armea.
“È entrato al ristorante Aquario con calma, non era pentito ma dispiaciuto di aver ferito le persone presenti" spiegano nella conferenza stampa in Questura il Questore Giannina Roatta, il dirigente della Squadra Mobile Rosalba Garello e Alfredo Fabbrocini, direttore seconda divisione centrale operativa della Polizia. Stava sentendo la pressione il 54enne killer savonese che aveva con sè, oltre ai proiettili, anche dei coltelli a serra manico e per arrivare a Sanremo ha probabilmente minacciato con la pistola un camionista.
Ore concitate, di tensione che hanno portato le forze dell’ordine ad un grande dispiegamento di forze: “È stato un’attività serratissima - continua Fabbrocini - non abbiamo rilevato altri reati in questi mesi, era praticamente scomparso radar, aveva compiuto degli illeciti amministrativi ma non è mai stato tratto in arresto, non aveva denunce di maltrattamenti ma di truffe, rissa e soprattutto stalking nei confronti dell’ex moglie (per il quale aveva scontato una donna di 3 anni e due mesi”.
L'episodio di sabato notte a Savona era stato il tragico epilogo di una storia che risale al 2015: Massara aveva dato fuoco al night di Altare, locale di proprietà dell'ex compagna e bruciato la casa di Plodio dove viveva con la madre: “I 300-400mila euro che secondo lui erano stati anticipati alla ex moglie gli avevano creato un ulteriore odio”. Gli spari davanti al carcere sono stati considerati un gesto eclatante, ma di una persona che purtroppo aveva già raggiunto il suo scopo: “Tutto ciò denota un passaggio mentale che l’ha portato ad una china senza ritorno, non aveva neanche chiesto neanche l’avvocato di fiducia ma d’ufficio”.
Quest’oggi nel primo pomeriggio, Massari verrà interrogato dal gip Chiara Venturi per poi essere condotto in carcere a Sanremo.