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Cultura-Eventi | 22 ottobre 2019, 23:21

Vigevano: Francesca Diotallevi si racconta dopo la vittoria del Premio Mastronardi 2019

Vigevano: Francesca Diotallevi si racconta dopo la vittoria del Premio Mastronardi 2019

Francesca Diotallevi è nata a Milano nel 1985. È laureata in Scienze dei Beni Culturali. Tra le sue opere Le stanze buie (Mursia, 2013), Amedeo, je t’aime (Mondadori Electa, 2015) e Dentro soffia il vento (Neri Pozza, 2016), vincitore della seconda edizione del Premio Neri Pozza sezione giovani.

Ha appena vinto il Premio Mastronardi per Dai tuoi occhi solamente (Neri Pozza, 2018) sulla vita della fotografa bambinaia Vivian Maier.

Personalmente ho letto tre dei suoi libri, ma devo dire che “Dai tuoi occhi solamente” è quello che mi ha colpito in modo particolare, forse per l’argomento, così vicino ai miei interessi.

Ho avuto il piacere di porre alcune domande a Francesca, fresca vincitrice a Vigevano.

In che modo ti sei avvicinata all’arte della scrittura?

"Sono sempre stata una lettrice compulsiva, sin da quando ero bambina. È stato, credo, uno sbocco naturale di questa grande passione per i libri. E un modo per mettere nero su bianco il caos dei pensieri. Scrivere aiuta a mettere ordine dentro di sé".

Come ti documenti per i tuoi romanzi?

"Faccio ricerche sul posto: credo sia importante toccare con mano propria i luoghi che si raccontano. Poi consulto archivi, leggo libri che trattano l’argomento, studio. Cerco di essere molto scrupolosa quando si tratta di ricostruire un’epoca del passato o raccontare la vita di un personaggio realmente esistito. È una forma di rispetto".

Quando hai avuto l’idea per Le stanze buie?

"A venticinque anni ho letto un romanzo che ha cambiato la mia vita: Quel che resta del giorno, di Kazuo Ishiguro. Quel libro è stato il seme da cui è germogliata la storia che racconto nelle Stanze buie. Gli devo molto".

Perché hai ambientato in Valle d’Aosta Dentro soffia il vento?

"Perché la storia che racconto è legata a un fatto realmente accaduto nella Valle D’Aosta dei primi del Novecento".

Prima Modigliani, poi Vivian Maier, perché questo tuo interesse per la vita degli artisti?

Ho frequentato il liceo artistico e all’università ho studiato Storia dell’arte: l’arte è una passione che coltivo da diversi anni, ormai. Di alcuni artisti, poi, al di là dell’opera, è il tormento interiore che li spinge a creare, a dare forma fisica alla propria anima, ad affascinarmi.

Qual è il libro che ti ha dato più soddisfazioni?

"Tutti e quattro in modo molto diverso l’uno dall’altro".

La prima cosa che hai pensato quando hai saputo di aver vinto il Premio Mastronardi?

"Incredulità e molta gioia".

Paola Montonati

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