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Attualità | 24 febbraio 2020, 15:33

Malpensa al tempo del Coronavirus: «Mascherine, guanti e una atmosfera strana. Ma niente panico»

Parla un lavoratore impiegato nell'accoglienza dei passeggeri: «Lavoriamo con tutte le precauzioni, ma si vede che c'è qualcosa di strano in giro. Chi atterra fa domande, chiede dov'è la farmacia, ma non vedo panico. Paura? Personalmente no: sbagliato causare eccessivo allarme»

Malpensa al tempo del Coronavirus: «Mascherine, guanti e una atmosfera strana. Ma niente panico»

Malpensa al tempo del Coronavirus. I controlli nello scalo varesino sono partiti prima che si sviluppasse in Lombardia l'infezione che ha contagiato oltre duecento persone in tutta Italia e che sta tenendo con il fiato sospeso i cittadini delle regioni del Nord. In queste ore continua con il massimo scrupolo l'attività di prevenzione.

Ad alcuni dei lavoratori dell'aeroporto, in particolare a chi opera a diretto contatto con i passeggeri in arrivo dai Paesi esteri, da circa due settimane opera con mascherina e guanti, in modo da limitare il rischio di contrarre il Covid-19. «A quelli che lavorano nel nostro ambito hanno dato mascherina e guanti già da un paio di settimane - racconta un lavoratore impiegato nel settore dell'accoglienza passeggeri - Un provvedimento, ci hanno detto, a titolo precauzionale. Fino a oggi a noi non misurano la temperatura corporea, cosa che invece fanno con i passeggeri. Ad altri lavoratori di Malpensa, invece, non hanno ritenuto necessario distribuire mascherine».

«Dopo i primi casi in Lombardia - continua il dipendente - si vede che c'è qualcosa di strano, anche tra i passeggeri. Vedo gente con le mascherine o persone che chiedono più spesso dov'è la farmacia. Però scene di panico no. Quindi direi che la situazione è quasi normale».

Un po' di preoccupazione si respira, sia tra i passeggeri che tra i lavoratori: «Io personalmente non sono spaventato - continua - ma alcuni colleghi sono visibilmente preoccupati. Quello che non capisco è come mai chiudano tutti i posti dove si aggregano magari poche persone ma l'aeroporto resti aperto. Non ha proprio senso. Per privare la gente di diritti vuol dire che la situazione è molto grave, quindi l'aeroporto è il primo posto da chiudere. Se come penso invece la situazione è da tenere sotto controllo, ma non così grave, allora anche gli altri provvedimenti sono esagerati e causano eccessivo allarme».

Un allarme che sembra invece toccare appena marginalmente i passeggeri che atterrano a Malpensa «Fanno domande, più che altro per curiosità. Vogliono sapere cosa si fa in aeroporto per gestire la situazione e cose così. Di gente davvero preoccupata non me ne è capitata» conclude l'addetto. 

redazione online Varese

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