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Attualità | 09 marzo 2020, 18:26

Coronavirus, in Lombardia 1280 casi in più in un giorno: «Se si resta a casa come nel Lodigiano diminuiranno»

In regione siamo a 5469 contagi, 440 pazienti in terapia intensiva. L'assessore Gallera: «Anche a Cuasso pronti cento posti per ospitare i malati»

Coronavirus, in Lombardia 1280 casi in più in un giorno: «Se si resta a casa come nel Lodigiano diminuiranno»

Un aumento netto, ancora una volta, dei contagi da Coronavirus in Lombardia. I numeri diffusi nel tardo pomeriggio dall'assessore Giulio Gallera evidenziano l'assoluta necessità di rispettare le direttive del Governo e uscire di casa solo se davvero necessario, come nei casi per lavoro, ragioni sanitarie e necessità reali. Perché, come ha reso noto l'assessore, in provincia di Lodi e nella zona rossa del Lodigiano oggi, dopo quindici giorni di misure restrittive, il contagio cresce sempre meno. Non così in molte zone della Regione, in particolare Bergamo, Brescia e Cremona, dove i numeri aumentano notevolmente.

I numeri diffusi dall'assessore fanno impressione: il totale dei contagiati in Lombardia a oggi è di 5469 persone (più 1280 rispetto a ieri), di cui 2802 sono ricoverate in reparto e 440 in terapia intensiva. Aumentano i dimessi (siamo a 646 guariti), ma crescono purtroppo anche i decessi: 333 in totale (76 persone in più rispetto a ieri). Gallera, ribandendo l'importanza di ridurre drasticamente uscite di case e vita sociale, ha ricordato che la malattia non colpisce solo gli anziani: «In terapia intensiva in Lombardia il 22% dei pazienti è over 75, il 37% ha tra 65-74 anni, il 33% tra i 50-64, l'8% 25-49».

La lotta non si ferma. Un lotta che va avanti grazie all'impegno del sistema sanitario e dei suoi uomini. «Siamo riusciti ad aumentare in quindici giorni di 223 posti letto le terapie intensive - ha detto Gallera - e contiamo di aprirne altri 150 nel giro di una settimana: posti preziosissimi per assistere le persone colpite da gravi problemi di respirazione. Stiamo ampliando anche i posti di pneumologia, trasformando i reparti, e i posti in terapia subintensiva. Stiamo anche realizzando un meccanismo che ci permetta di liberare più velocemente i posti letti con dimissioni più veloci e individuando presidi  come Cuasso al Monte e Sondalo che possano gestire i casi con minore intensità di cura».

«Vi voglio rassicurare sul fatto che il sistema sanitario sta reggendo e regge bene» ha sottolineato Gallera ringraziando ancora una volta medici e infermieri per il loro lavoro straordinario. Ma con un monito: «Evitate - ha sottolineato più volte l'assessore - di girare e di uscire dai nostri territori se non per andare al lavoro, fare la spesa o in farmacia o per motivi di salute. E' evidente che il messaggio forte è quello di rimanere al proprio domicilio. Lo dicono i dati: il Coronavirus non si sconfigge con i farmaci, non ci sono vaccini. Si sconfigge riducendo drasticamente la nostra vita sociale e i nostri spostamenti. Tutti dobbiamo evitare di essere contagiati e contagiare. Vale per gli anziani, ma anche per i giovani che possono essere un veicolo di trasmissione. Abbiamo bisogno di un sistema sanitario che sia in grado di curare tutti: se continua a crescere a questa velocità non saremo in grado di dare un risposta sanitaria di qualità. In provincia di Lodi e nella zona rossa del Lodigiano si stanno riducendo i contagi proprio perché le persone restano a casa».

In conclusione l'assessore ha riportato la frase di un'infermiera impegnata sul fronte anti contagi: «Gli occhi della persona che abbiamo intubato questa mattina non li dimenticherò mai. State a casa».

redazione online Varese

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